Cantine del Prosecco, le nuove regole per la fase 2 del Coronavirus

Domenica 17 Maggio 2020 di Elena Filini
Cantine del Prosecco, le nuove regole per la fase 2 del Coronavirus
CONEGLIANO Se il vino è stato un ottimo compagno per far fronte all'assenza di socialità e alla reclusione nel lungo lockdown, l'apertura di cantine e negozi dedicati al vino ha rappresentato una prima forma di shopping in leggerezza. E già dalla scorsa settimana i clienti hanno dimostrato di ricercare sempre più l'esperienza dell'acquisto diretto. Ma le winery trevigiane hanno dovuto organizzarsi rapidamente e cercare un delicato equilibrio tra norme di sicurezza ed esigenze del cliente. 

LE REGOLE
Dalle colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore alle pianure della Doc fino alle alture montelliane dell'Asolo Docg, ecco come tutti i produttori del settore enologico hanno affrontato la sfida del Covid-19. Mantenendo ed anzi incrementando la vendita con strategia accurate e personalizzate. «Se questa pandemia ha rappresentato un grave problema sotto molti punti di vista, abbiamo potuto curare la consegna del prodotto a casa in maniera del tutto nuova. Imparando a prenderci cura dei nostri clienti vicini e delle famiglie» conferma Sarah Serena di Montelvini. «Abbiamo così iniziato a esplorare nuove strade, e ad oggi la vendita diretta al consumatore è il segmento più riuscito». 

Come si entra nel wine shop di Venegazzù? «Solo con tutte le protezioni. All'ingresso si trovano le indicazioni e il dispenser. L'ordine si può fare direttamente in negozio». Il cliente è felice, un bel transito, la gente ha del tempo libero sia per ordinare sia per acquistare. «Noi come gli alimentari siamo diventati un piccolo rifugio» conclude Serena. Ingressi contingentati significano anche maggiore cura e attenzione personale al cliente, come conferma Giovanni Selvestrel, responsabile del negozio Cantine Collalto. «Questa pandemia ci ha obbligato a trovare nuove strade, come la consegna diretta e il corriere espresso. Siamo riusciti a lanciare un e-commerce aziendale a fine aprile». Ma per il cliente l'acquisto in cantina ha un valore aggiunto. «Siamo attrezzati e attenti alla sicurezza. Si entra uno alla volta: siamo noi stessi ad accogliere e prepariamo all'interno il vino mentre chi acquista attende in un'area protetta e con il distanziometro. Consegniamo guanti e mascherina e siamo inflessibili sui numeri, anche per tutela del personale interno. Però, nonostante le procedure un po' macchinose, siamo ripartiti meglio di quanto speravamo». 

COME ORGANIZZARSI
A Santo Stefano, nella cru del Conegliano Valdobbiadene Superiore, Garbara ha riaperto su appuntamento. «Il cliente telefona, prende appuntamento, confermiamo l'appuntamento via mail o messaggio telefonico-conferma Mirco Grotto- Nel punto vendita c'è a disposizione il gel per le mani e si entra uno per volta con mascherina tenendo la distanza di 1 metro dal banco». Da lunedì sarà aperta anche la magnifica terrazza sulle colline del Cartizze con spazi contingentati e degustazioni di salumi e formaggi. Scendendo verso la pianura, in pieno consorzio Doc, l'azienda Facchin ha organizzato abbastanza in fretta il contingentamento delle persone, con mascherina, guanti e gel. «Il vero problema- osserva però Angelo Facchin-è che lavoriamo con un prodotto che è l'antitesi della desocializzazione, attorno a un bicchiere di vino si fanno chiacchiere e incontri e tutto quello che è successo va nella direzione opposta. Il consumo in famiglia ci ha tenuto in piedi, ma non ha paragone con il consumo sociale». 

Infine, La Jara punta tutto sulla degustazione sulla riva ghiaiosa del Piave. «Ci troviamo a Mareno di Piave, in località Santa Maria del Piave-conferma Giovanni Iaconis- i vigneti confinano con il Piave: oltre ad attenerci alle regole in modo scrupoloso abbiamo scelto l'esperienza di degustazione all'aperto, con tavolini lungo le sponde del Piave». 
Ultimo aggiornamento: 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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