RESANA - Il 28 novembre aveva atteso sei ore al pronto soccorso dell'ospedale di Castelfranco per dei dolori addominali. Poi aveva deciso di tornare a casa, stanco, senza essere stato visitato. E la mattina dopo è morto. Se n'è andato così Armando Tonin, 69enne di Resana.
IL CONFRONTO
«Siamo vicini al dolore dei familiari per questa perdita. Oggi parlerò con la figlia conferma Benazzi avvieremo anche un audit (una verifica interna, ndr) per capire se qualcosa non ha funzionato in pronto soccorso. Ho piena fiducia nei nostri professionisti. Rimaniamo in attesa dell'esito dell'autopsia per capire cos'è successo. Sappiamo che ci sono decessi che non dipendono da una vista. Le cause potrebbero anche essere diverse». Tutte le parti coinvolte vogliono che venga fatta chiarezza. La famiglia è la prima a comprendere le difficoltà negli ospedali legate all'epidemia da Coronavirus. Ma quella domenica non si attendeva proprio di dover attendere sei ore senza nemmeno riuscire ad arrivare a una prima visita. Tanto più davanti a un paziente diabetico, cardiopatico e obeso che lamentava dolori addominali. Solo pochi giorni fa lo stesso direttore generale dell'Usl aveva evidenziato che i pronto soccorso della Marca sono in crisi a causa della carenza di medici.
LE CARENZE
Proprio per quanto riguarda i problemi inquadrati come lievi, ad esempio, il pronto soccorso dell'ospedale di Treviso ha appena perso cinque dei sei medici che facevano funzionare l'ambulatorio codici bianchi. Sono andati a fare i medici di famiglia. La scelta è stata anche accolta positivamente, dato che pure negli ambulatori sul territorio mancano dottori. La speranza è di poter coprire il buco a gennaio. Intanto, pero, aumentano le difficoltà nell'area dell'emergenza-urgenza degli ospedali. Vale per Treviso come per gli altri. E Castelfranco non è escluso. «Purtroppo con pochi medici a disposizione le attese nei pronto soccorso si allungano conclude Benazzi ho saputo dai miei medici che il signore aveva atteso a lungo. Da parte mia c'è la massima disponibilità nei confronti della famiglia. Ora attendiamo l'esito dell'autopsia».