Progetto Grande Treviso: adesione di altri 4 Comuni della Castellana, la squadra sale a 23

Mercoledì 17 Novembre 2021 di Paolo Calia
Cristina Andreatta, sindaco di Vedelago

TREVISO - La Grande Treviso si allarga ed entra nella castellana. I quattro sindaci dell’Unione dei Comuni della Marca Occidentale, che comprende le amministrazioni di Riese Pio X, Vedelago, Resana e Loria, hanno chiesto di far parte nel grande progetto avviato a Treviso dal sindaco Mario Conte col supporto di Anci e Regione. Se la proposta verrà accettata, e non ci sono dubbi in merito, la Grande Treviso passerebbe da 19 a 23 comuni e crescerebbe di altri 46mila abitanti arrivano a comprendere un’area di quasi 400mila residenti. Quanto basta per programmare una gestione del territorio complessa, ma in grado di presentare progetti di qualità per intercettare fondi della UE e del Pnrr, il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. «L’Europa ci chiede di fare massa critica», ha detto lunedì il presidente nazionale Anci Antonio Decaro invitando Treviso a proseguire nella strada intrapresa e indicando la Grande Treviso come un laboratorio dove sperimentare forme di aggregazione e collaborazione tra amministrazioni comunali vicine, da esportare poi in altre parti d’Italia.


LA SCELTA

«Questa operazione si deve fare - spiegano i quattro sindaci, Matteo Guidolin, Stefano Bosa, Simone Baggio e Cristina Andretta - l’Unione si candida per essere partner della Grande Treviso, un progetto che è assolutamente nelle corde del nostro ente associativo. Cinque anni fa nasceva il nostro progetto su piccola scala con lo scopo di condividere non solo servizi, ma anche e soprattutto visioni, scopi e funzioni in maniera sinergica. Già allora coltivavamo il sogno che la nostra esperienza potesse essere la premessa per qualcosa di più esteso ed ora i tempi sono maturi». Cinque anni fa lo sbocco naturale sembrava una grande aggregazione con Castelfranco. Ma nonostante vari contatti e riunioni, l’idea non è mai decollata. Per questo Cristina Andretta, nuova presidente dell’Unione, ha prima osservato i movimenti attorno a Treviso, poi ne ha parlato con Conte durante l’assemblea nazionale Anci di Parma, e infine ha fatto il grande passo.

Ha chiamato gli altri sindaci proponendo di volgere lo sguardo verso il capoluogo. È bastata una notte di riflessione per accettare. «Ci troviamo in un momento storico epocale in cui mai come prima è fondamentale fare squadra - sottolineano Andretta, Guidolin, Bosa e Baggio - ce lo ha ricordato qualche giorno fa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al congresso nazionale dell’Anci a Parma e ce lo conferma la grande sfida del Pnrr, con le ingenti risorse che presto arriveranno nei nostri territori. Solo l’unione, la sinergia, la capacità di pensare in termini extracomunali ci permetterà di affrontare le prossime sfide in maniera costruttiva».


«NON SONO FUSIONI»

La Grande Treviso piace ai sindaci castellani perché, pur facendo massa critica, garantisce l’autonomia dei singoli comuni. Quella che sta nascendo non è una super-città ma un’aggregazione di amministrazioni che si pongono gli stessi obiettivi: «L’Unione dei Comuni della Marca Occidentale in questi anni è riuscita a seminare e a lavorare affinché un territorio di quasi 46mila abitanti potesse essere amministrato in maniera uniforme, pur conservando le peculiarità di ciascun Comune. Ora vorremmo che questo progetto potesse espandersi, su più ampia scala. Per questo, come Unione, siamo pronti a sederci al tavolo con Treviso, condividendo progetti ed offrendo la nostra esperienza come partner naturale che ha già una un‘esperienza di forma associata». 


LA RISPOSTA

Da Treviso arrivano segnali di apprezzamento: «Siamo contenti della scelte di questi sindaci - osserva Conte - progetti come questo, anche grazie alla Regione Veneto che rappresenta il centro di coordinamento di queste importanti sinergie fra municipalità, possono non solo portare fondi per implementare i servizi esistenti secondo standard avanzati ma anche creare nuove opportunità per i territori, esaltando le caratteristiche e le peculiarità dei singoli Comuni. Fare massa critica rappresenta dunque un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini, ai quali vanno garantiti servizi efficienti».

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