Prof aggredito dal genitore scrive al ministro Fedeli: «Lasciato solo»

Martedì 20 Febbraio 2018 di Valentina Dal Zilio
Le scuole medie Casteller di Paese
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TREVISO - E’ il 23 dicembre, proprio l’ultimo giorno di lezione prima delle vacanze di Natale, quando un uomo di etnia rom varca i cancelli delle scuole medie Casteller e punta dritto all’ingresso della scuola per parlare con un docente del figlio. Non uno a caso, ma l’insegnante di matematica “colpevole” di aver rimproverato il ragazzino.  Un faccia a faccia, alle 10 del mattino, che si conclude con il professore spintonato e raggiunto da un paio di ceffoni assestati dall’uomo, accompagnato dalla moglie e dal figlio maggiore.  Un collaboratore scolastico che assiste alla scena si mette in mezzo ai due per provare a dividerli. In suo aiuto intervengono anche la preside e la vice. In pochi istanti la situazione rischia di degenerare. Per evitare il peggio, il personale dell’istituto chiama i carabinieri.

Le forze dell’ordine si precipitano a scuola con due pattuglie. La “vendetta” del genitore matura a pochi giorni di distanza da quando l’alunno si rifiuta di uscire in cortile durante la ricreazione. «Fa troppo freddo – dice – io resto dentro». Ma in virtù del regolamento, il collaboratore scolastico chiede al prof di accompagnare lo studente all’esterno. Mossa non gradita al ragazzino che una volta a casa, racconta tutto ai genitori. Da qui l’aggressione. 

Un episodio gravissimo su cui sono scattati gli accertamenti dei carabinieri ma anche quelli della scuola. Che hanno aperto un procedimento disciplinare nei confronti dell’insegnante. «Prassi» che però per il docente ha il sapore amaro di una grave ingiustizia. L’insegnante dopo le vacanze di Natale è rientrato a scuola, ma si è trovato di fatto solo. Nessun provvedimento a carico dello studente e invece con sua grande sorpresa un’indagine a suo carico aperta. Il professore è caduto in uno stato di profonda frustrazione al punto da dover ricorrere a degli accertamenti medici.  «Deciso a superare l’accaduto - scrive nella lunga lettera inviata al ministro Fedeli - sono immediatamente ritornato ad insegnare nelle mie classi ma, dopo aver appurato la mancanza di interventi nei confronti dell’alunno che aveva innescato l’aggressione e la sua sistematica difesa, sono definitivamente crollato, visto che l’unico provvedimento disciplinare, al momento in cui le scrivo, è stato attivato nei miei confronti». Un misto di rabbia, delusione, ingiustizia e impotenza che ha costretto il professore a prendersi un periodo di malattia.



 
Ultimo aggiornamento: 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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