Ad impossibilia nemo tenetur. Scelgono il latino i dipendenti della Procura di Treviso per dire che loro fanno il massimo ma che per effetto dei posti vacanti nessuno è tenuto alle cose impossibili. Tradotto: siamo pochi per tutto questo lavoro. Il precetto latino campeggia in un cartello che è stato messo fuori i vari uffici e le cancellerie. Dove la metà circa dei dipendenti previsti dalla pianta organica è costretto ad un vero tour de force per esaudire tutti. «Ma il tutto e subito in queste condizioni è praticamente impossibile - dicono - lavoriamo in una situazione al limite, di fatto c'è una persona a fare il lavoro di due, in queste condizioni è davvero difficile». Il problema delle scoperture del sistema organizzativo della Procura è stato un chiodo fossi di Michele Dalla Costa, il procuratore che oggi saluta e va in pensione. «Roma ci ha chiesto un lista della spesa - è stato il suo messaggio di commiato - peccato che dopo avermi fatto compilare tutte le nostre richieste la risposta sia sempre stata negativa. Ma è sul fronte del personale che non fa parte della magistratura che si annidano le maggiori problematiche. La Procura di Treviso dispone del 65% in meno dei cancellieri che le spetterebbero: invece di averne a disposizione 8 ne abbiamo solo 3. Per non parlare del personale di Polizia Giudiziaria, con 25 addetti su una pianta organica di 42»
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Giustizia al collasso? Pare proprio di sì e i dipendenti hanno deciso di dire basta. «Vero è - ha rincarato la dose Dalla Costa - che dal territorio non sono arrivate le giuste sollecitazioni. Lo dico senza la benché minima intenzione di dare a tutta la vicenda una connotazione valoriale ma è chiaro che se la società civile e le istituzioni si fossero mosse per supportare le nostre richieste forse la vicenda si sarebbe risolta diversamente. La realtà sociale trevigiana non si è dimostrata in grado di rappresentare una spinta verso una soluzione che, in fin dei conti, sarebbe andata a tutto favore della legalità e soprattutto della legalità economica». Niente scioperi, nessuna protesta eclatante: in Procura hanno scelto una massima latina per dire che gli inevitabili i disservizi che l'utenza incontra è dovuta a cause... di forza maggiore.
Ultimo aggiornamento: 09:21
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Giustizia al collasso? Pare proprio di sì e i dipendenti hanno deciso di dire basta. «Vero è - ha rincarato la dose Dalla Costa - che dal territorio non sono arrivate le giuste sollecitazioni. Lo dico senza la benché minima intenzione di dare a tutta la vicenda una connotazione valoriale ma è chiaro che se la società civile e le istituzioni si fossero mosse per supportare le nostre richieste forse la vicenda si sarebbe risolta diversamente. La realtà sociale trevigiana non si è dimostrata in grado di rappresentare una spinta verso una soluzione che, in fin dei conti, sarebbe andata a tutto favore della legalità e soprattutto della legalità economica». Niente scioperi, nessuna protesta eclatante: in Procura hanno scelto una massima latina per dire che gli inevitabili i disservizi che l'utenza incontra è dovuta a cause... di forza maggiore.