TREVISO - A distanza di due giorni dal Treviso Pride non si placano le polemiche per l'esibizione a seno nudo di alcune manifestanti proprio sulla scalinata del Duomo. Un gesto che non è piaciuto per i toni aggressivi utilizzati e per il fatto di aver manifestato in manera così volgare, oltre che con il volto coperto e con dei fumogeni colorati in mano. Tra i primi ad attaccare il collettivo di attiviste, legate anche al Centro Sociale Django, il primo cittadino Mario Conte: «Una scena bruttissima. Siamo pronti a chiedere il danno d'immagine se ce ne dovessero essere gli estremi.
LO SFOGO
«Si tratta di scene che non aiutano a far crescere la discussione su temi importanti come l'aborto e le unioni civili, soprattutto perché la cornice sono solo pagliacciate che danneggiano anche chi, come il Coordinamento Lgbte, da anni si batte per questi diritti - continua Conte - Dispiace, perché Treviso non è abituata a queste scene e per questo condivido quanto detto dal vicario del Vescovo Tomasi, ovvero che si è trattato di provocazioni gratuite». Il sindaco ha poi tirato in causa anche il Partito Democratico, accusando il Capogruppo dem Stefano Pelloni e la consigliera comunale Antonella Tocchetto di non aver preso posizione dopo quanto successo, visti anche i loro trascorsi politici a difesa dei manifestanti dei centri sociali.
LA REPLICA
La risposta della Tocchetto non si è però fatta attendere: «Io sono sempre favorevole alla possibilità che i cittadini possano partecipare a questa tipo di manifestazioni, anche perché non ci possono essere associazioni di Serie A o B. Inoltre, sabato sono stati rivendicati in piazza dei diritti fondamentali legati all'ambito dell'affettività personale che è insindacabile. Comprendo le mozioni mosse agli organizzatori da parte della consigliera Nieri (che si era dissociata), ma non cambio comunque il mio supporto a loro». «In ogni caso non è successo nulla di male, se non per l'episodio del Duomo sul quale bisogna tirare le orecchie ai manifestanti conclude - La cattedrale è un luogo sacro per i cattolici, oltre che un edificio storico che va rispettato a prescindere in quanto inviolabile. Avrei dunque decisamente evitato di compiere lì quel gesto, passando così dalla parte del torto senza volerlo».