Preti pedofili, il vescovo: «Violenze in seminario? Accuse inverosimili»

Domenica 16 Febbraio 2020 di Elena Filini
Preti pedofili, il vescovo: «Violenze in seminario? Accuse inverosimili»
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TREVISO - «Una storia inverosimile. Ho lavorato con questi sacerdoti per oltre trent'anni. Mi fido di loro più che di me stesso». È durissimo Monsignor Corrado Pizziolo nei confronti della querela sporta da Gianbruno Cecchin, l'ex seminarista ed ex assessore a Galliera Veneta e oggi libero professionista che ha denunciato di aver subito abusi a Treviso nel 1991 da due sacerdoti, uno di San Donà di Piave e l'altro di San Martino di Lupari. I due sacerdoti non commentano. Ma il Vescovo di Vittorio Veneto si dice «sconcertato» dalle accuse di Cecchin: operava nello stesso seminario al tempo dei fatti denunciati e conosceva tutti i protagonisti di questa vicenda. Non una difesa d'ufficio dunque la sua. «Ma non scherziamo. Io ho frequentato in maniera approfondita questi sacerdoti ed escludo categoricamente che queste accuse siamo vere».

 

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TREVISO - "Infami", "vermi", "approfittatori", per arrivare fino a "criminali".

Un atto d'accusa durissimo, quello di Gianbruno Cecchin, 48enne docente universitario di filosofia, bioetica e antropologia filosofica oltreché libero professionista nell'ambito della comunicazione e delle risorse umane, che ha deciso di denunciare pubblicamente gli abusi sessuali che sostiene di aver subito quando frequentava il seminario vescovile di Treviso.



Conosce Cecchin?
«Ero in seminario anch'io a quel tempo. Ricordo questa persona, entrata nella comunità vocazionale. Lo vedevo in Seminario. C'è stato meno di un anno».
 
Al tempo avevate avuto avviso dei motivi per cui Cecchin aveva lasciato il seminario?
«No, nessun avviso. E nessun accenno mai. Neppure una chiacchiera, una parola suggerita. Nulla di nulla. E non potrebbe essere diversamente, visto che stiamo parlando di persone dalla reputazione cristallina. Poi, dopo 30 anni, arrivano queste accuse infamanti».

Esclude il fatto che una persona vittima di abusi possa impiegare del tempo per affrontare fatti così delicati?
«Ho lavorato fianco a fianco a questi preti per trent'anni. Conosco profondamente le persone che accusa. Sono accuse inverosimili. Una follia».

Ha sentito oggi i due confratelli?
«Certo, li ho chiamati subito. Sono distrutti. Si immagini se lei si sveglia un giorno e si vede additata sui giornali in questo modo».

Oltre all'accusa, l'ex seminarista racconta di subire costantemente minacce di morte.
«Ripeto, per me è una follia. Su queste persone non è mai circolata alcuna voce, nulla di nulla. Sono io che chiedo a Cecchin cosa gli sia venuto in mente».

Perché sottolinea che Cecchin è entrato in seminario attraverso la comunità vocazionale?
«Perché c'è differenza. Chi fa questo percorso abbraccia la fede da adulto. Cecchin era maggiorenne».

Cosa significa questo?
«Non era un bambino. Anche ammesso che avesse visto o subìto qualcosa di strano, avrebbe avuto la possibilità di denunciare e opporsi immediatamente, non dopo 30 anni». 

Secondo lei perché l'incontro tra Cecchin e il Vescovo è saltato?
«Questo bisogna chiederlo a Cecchin. Mi chiedo perché non abbia voluto incontrare il vescovo Tomasi. Non mi sembra una cosa da sottovalutare, sarebbe stata l'occasione per un confronto chiaro e diretto».

Lei continua ad escludere che i fatti denunciati siano avvenuti.
«Nella maniera più assoluta. Senza alcun dubbio. Chiunque conosca questi due sacerdoti si mette a ridere di fronte ad accuse di questo tipo. Mi fido di loro più che di me stesso».

Perché dice che, a prescindere dall'esito di questa storia, i due sacerdoti sono già segnati?
«Tutto si chiarirà ne sono certo. Ma intanto il male è già fatto. Tutti pedofili, tutti lazzaroni. Loro si difenderanno e si capirà davvero quale sia la verità. Ma intanto oggi la loro reputazione è distrutta. E questo danno non si cancella».

Cosa si sentirebbe di dire a Gianbruno Cecchin se accettasse un colloquio? 
«Gli chiederei davvero perché sta facendo tutto questo».

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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