Violenza sessuale sui ragazzini ​della parrocchia: prete condannato

Sabato 15 Dicembre 2018 di Denis Barea
Violenza sessuale sui ragazzini della parrocchia: prete condannato
10
VILLORBA - Quattordici anni di reclusione e una provvisionale di 10 mila euro a ognuna delle dieci parti civili che si erano costituite nel procedimento. È questa la condanna inflitta ieri in abbreviato dal giudice per l'udienza preliminare di Catania Giuseppina Montuori a Pio Guidolin, il sacerdote trevigiano finito a processo con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di ragazzini minorenni che frequentavano la parrocchia del Villaggio Sant'Agata, un popoloso quartiere della periferia del capoluogo etneo. 
Una sentenza che condanna il 55enne a quattro anni di galera in più di quelli chiesti al termine della sua requisitoria dal procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro.
Guidolin è originario di Villorba. Per molti anni, prima di trasferirsi in Sicilia, aveva operato al Pime di Preganziol, dove aveva svolto l'attività di educatore. Atti purificatori, gesti di profonda spiritualità, pratiche in grado di lenire le sofferenze personali dei minorenni. Questi erano per Pio Guidolin quegli abusi perpetrati per anni su giovani fragili e indifesi. Un martirio a cui ha sottoposti dieci ragazzi e ragazze che al tempo dei fatti, iniziati nel 2014, avevano meno di 14 anni. Uno di questi ad un certo punto non ce l'avrebbe più fatta a sopportare le violenze e avrebbe anche tentato il suicidio. Ma Pio Guidolin non si è mai fermato.
L'INDAGINELa terribile verità su quello che è successo nei locali della parrocchia è emersa dalle carte dell'indagine: riti perversi a sfondo sessuale ammantati di pratiche da santone che in alcuni casi, stando a quanto emerso dalle testimonianze, avrebbero previsto persino l'utilizzo dell'olio santo benedetto durante le celebrazioni religiose, che Guidolin cospargeva sui corpi dei ragazzini abusati. Fingeva di volerli liberare dal male, in realtà li violentava nel corpo e nell'anima. Guidolin era però amatissimo dalla comunità di fedeli e questo gli ha garantito a lungo di poter recitare il ruolo del predatore praticamente indisturbato. Tanto che quando una delle vittime denunciò pubblicamente gli abusi chiedendo aiuto alla comunità locale i fedeli di Pio Guidolin eressero un vero muro a protezione del sacerdote, isolando il ragazzino che venne considerato un calunniatore. 
FAVOREGGIAMENTOLa fiducia conquistata negli anni con la menzogna ha anche permesso al 55enne di godere della connivenza di uno dei parrocchiani, ora indagato per favoreggiamento. L'uomo lo avrebbe infatti avvisato del fatto che la Procura di Catania stava indagando. Ma alcuni dei genitori hanno creduto ai figli e non a lui. Quando la voce ha cominciato a girare più insistente tra le vie del quartiere Sant'Agata e alcuni dei familiari delle vittime lo hanno affrontato Guidolin è passato alle minacce, millantando, come risulta dalle carte processuali, conoscenze e rapporti con la criminalità organizzata e intimando alle mamme e ai papà di tenere la bocca chiusa se non volevano guai.

L'istituto delle Missioni Estere (Pime) in una nota diffusa sabato precisa: «Con dolore apprendiamo della sentenza e siamo vicini alle vittime, don Pio lasciò il Pime nel 2000 per entrare nell'arcidiocesi di Catania ma non fu allontanato da noi. Le accuse rivolte a lui non riguardano il periodo che prestò servizio a Preganziol»
Ultimo aggiornamento: 18:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci