TREVISO - Si occupa di sviluppare, dal progetto al prototipo, fino all'industrializzazione, prodotti basati su sistemi elettronici per garantire sicurezza e ridurre i rischi legati alla salute e destinati a vari settori di attività. C'è anche una realtà trevigiana sul podio del "Premio Start Up d'Impresa Luciano Miotto": Securesì si aggiudica il terzo posto del riconoscimento promosso da t2i - Trasferimento Tecnologico e Innovazione, società consortile partecipata dalle Camere di Commercio di Treviso-Belluno, di Verona e di Venezia-Rovigo, e intitolato all'imprenditore trevigiano prematuramente scomparso cinque anni fa.
Un'edizione da record che ha visto sul podio anche un trevigiano
Un'edizione da record, quella del 2022-23: 76 partecipanti, tra 43 progetti imprenditoriali e 33 neo-imprese innovative, provenienti da tutto il territorio nazionale, operanti in molteplici campi, pur con un costante focus su digitale, evoluzione tecnologica e sostenibilità, da soluzioni legate alla Blockchain, al turismo, alle biotecnologie e alla sanità, fino al sociale. Il numero delle candidature - il più alto dalla nascita, nel 2018 - e la loro provenienza da tutto il territorio italiano (una trentina quelle dal Veneto), come ricorda Roberto Santolamazza, direttore di t2i, testimoniano come il premio «abbia ormai raggiunto una dimensione nazionale e una diffusione che è garanzia di varietà di idee e di elevato livello qualitativo superiore». A conferma dell'obiettivo con il quale è stato istituito: promuovere la digitalizzazione e l'innovazione italiana, incoraggiando la connessione tra startup, centri di ricerca e aziende. Ieri, introdotta dal saluto di Mario Pozza, presidente dell'ente camerale di Treviso e Belluno e di Unioncamere Veneto e preceduta da un seminario on line dedicato agli strumenti di finanziamento a disposizione delle nuove imprese, la proclamazione ufficiale dei vincitori.
La competizione
A conquistare la valutazione maggiore, è stata "Live Information System" di Ancona, "derivazione" dell'Università Politecnica delle Marche, con un un progetto di software multi-piattaforma, per elaborare dati registrati da sensori, dispositivi e appositi algoritmi e trasformare gli edifici in strutture intelligenti e sostenibili. Al team sono andati un premio in denaro 5mila euro e un contratto di un anno di incubazione gratuita nell'incubatore certificato t2i. Seconda, la bresciana "Inxense": la sua soluzione mira a rendere gli oggetti "intelligenti", tramite l'applicazione di sensori e circuiti in grado di percepire le grandezze naturali circostanti, elaborare informazioni e dialogare con altri sistemi. A seguire la squadra trevigiana. Queste due start-up beneficeranno, rispettivamente, di 2.500 e mille euro, più una consulenza specifica. Alessia Miotto, figlia di Luciano, che con le industrie di famiglia Imesa e Asac sostiene il premio, organizzato anche grazie alla partnership di Invitalia e Confindustria Veneto Est, sottolinea come una commistione positiva tra startup e imprese tradizionali possa generare reciproci vantaggi: «Secondo un recente studio, però, oltre un terzo delle start non collabora con nessuna azienda. Bisogna colmare questo gap, altrimenti, da un lato, le imprese rischiano non riuscire a innovare in maniera efficace, dall'altro lasceremo per strada, magari in mani straniere, molte nuove realtà innovative. E così l'intero sistema della piccola e media impresa perderà competitività».
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