Premio Berto, scelta la cinquinta dei libri finalisti dell'edizione 2021

Sabato 10 Luglio 2021
Ernesto Ferrero, presidente del Premio letterario Berto edizione 2021

TREVISO - Sergio La Chiusa con «I Pellicani» (Miraggi Edizioni), Martina Merletti con «Ciò che nel silenzio non tace» (Einaudi), Daniele Petruccioli con «La casa delle madri» (Terrarossa Edizioni), Gabriele Sassoni con «Uccidi l'unicorno» (Il Saggiatore), Alice Zanotti con «Tutti gli appuntamenti mancati» (Bompiani): è questa la cinquina dei finalisti della XXVIII edizione del Premio Letterario 'Giuseppe Berto'. Lo ha deciso la giuria presieduta da Ernesto Ferrero, scrittore, direttore del Salone del libro di Torino dal 1998 al 2016, e composta da Cristina Benussi (Università di Trieste), Giuseppe Lupo (Università Cattolica del Sacro Cuore Milano e scrittore), Laura Pariani (scrittrice), Stefano Salis (critico e giornalista del Sole 24 Ore), Emanuele Zinato (Università di Padova).

PREMIO IN DENARO

Al vincitore, che sarà proclamato nel corso della finale che si svolgerà sabato 31 luglio a Mogliano Veneto, andrà un premio in denaro di 5.000 euro, mentre agli altri quattro finalisti andrà un gettone di presenza di 500 euro ciascuno. «Cercando di restare fedele allo spirito di generosa attenzione che Giuseppe Berto ha dedicato ai giovani, la giuria del Premio 2021 ha selezionato, in una produzione particolarmente folta e ricca di fermenti, cinque romanzi che nella diversità dei loro linguaggi rappresentano altrettante prospettive della nuova narrativa italiana - ha commentato Ferrero - Cinque autori che ci forniscono una mappa aggiornata delle tensioni, dei drammi e delle aperture che scuotono la società contemporanea, attraverso scritture che cercano di restituire la parola alla sua necessità e integrità».

LE OPERE

Sono state una cinquantina le opere prime presentate dalle case editrici italiane ed esaminate dalla giuria.

Sono tutte di narrativa, com'è peculiarità del Premio Berto che, in nome dello scrittore ' veneto-calabresè, ha mantenuto invariata la propria formula di premio riservato esclusivamente a scrittori esordienti, conservando quel ruolo di scopritore di talent scout iniziato nel 1988. Questa edizione conferma la presenza tra i partecipanti, di numerosi piccoli editori indipendenti, molti del Sud, che competono con i loro esordienti al fianco di tutte le grandi case editrici nazionali. Torna a crescere la presenza femminile quasi al 50 per cento del totale. Il Premio, vinto nell'edizione 2019 da Alessio Forgione con «Napoli mon amour» (NNE), è stato trampolino di lancio per alcuni dei maggiori talenti della letteratura contemporanea, tra cui Paola Capriolo con «La grande Eulalia» (1988), Michele Mari con «Di bestia in bestia» (1989), Luca Doninelli con «I due fratelli» (1990), Paolo Maurensig con «La variante di Lüneburg» (1993), Francesco Piccolo con «Storie di primogeniti e figli unici» (1997), Elena Stancanelli con «Benzina» (1999), Giuseppe Lupo con «L'americano di Celenne» (2001), Antonia Arslan con «La masseria delle allodole» (2004), Francesco Pecoraro con «Dove credi di andare» (2007). 

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