Operatore positivo al Covid 19 alla Caserma Serena: "assolto" il gestore

Mercoledì 17 Giugno 2020 di Paolo Calia
La caserma Serena di Dosson di Casier
TREVISO - Nova Faciliy, la società che gestisce il centro d’accoglienza nell’ex caserma Serena, non ha commesso errori nella gestione del caso di Covid all’origine della rivolta scoppiata tra i richiedenti asilo. La relazione inviata al prefetto Maria Rosaria Laganà ha chiarito com’è stato possibile che un dipendente di origine pakistana, appena rientrato dal suo paese, possa essere tornato al lavoro nell’ex caserma, dove anche risiede, senza aver fatto la precauzionale quarantena.

«In effetti - sottolinea il prefetto - la Nova Facility ha ragione quando dice che un decreto ancora in vigore consente di tornare al lavoro senza l’obbligo della quarantena. Inoltre la società, benché non fosse obbligata, ha comunque tenuto in isolamento precauzionale il suo dipendente per cinque giorni prima di autorizzarlo a tornare a lavoro. E in tutto questo tempo non ha manifestato alcun sintomo. Mi dispiace per quanto accaduto, ma almeno solo sollevata da un aspetto: non riuscivo a spiegarmi come un gestore che si è sempre dimostrato serio e attento alle prescrizioni, potesse essere incorso in una scivolata del genere».

I DUBBI
Qualche dubbio invece suscita il comportamento del ragazzo pakistano. È vero che non ha infranto nessuna norma e che, non presentando alcun sintomo, non era obbligato alla quarantena. Ma passati i cinque giorni di controllo e tornato al lavoro, avrebbe tentato di tenere nascosta la febbre che lo aveva colpito all’improvviso: «Secondo la relazione ricevuta, il dipendente avrebbe detto di aver preso del ibubrufene - continua il prefetto - ma sono tutti aspetti da valutare. È vero che non ha infranto alcun obbligo di quarantena, ma resta da chiarire il resto del suo comportamento. Abbiamo quindi portato al caso all’apposito dipartimento del ministero».

IN TRIBUNALE
Intanto La Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un fascicolo per violenza privata e resistenza a carico di alcuni ospiti delle ex caserme. I fatti contestati risalirebbero a venerdì scorso quando, a seguito di un secondo risultato positivo al Covid 19, i migranti del centro che dovevano sottoporsi ai test del tampone avevano sequestrato all’interno della struttura gli addetti della cooperativa e gli infermieri arrivati per fare i controlli, chiudendo le porte al resto del personale e alle forze dell’ordine. A quel punto è stato necessario l’intervento di vigili del fuoco, carabinieri e polizia che sono entrati forzando l’ingresso. E adesso il prefetto sarebbe pronta a emettere una serie di importanti provvedimenti contro i richiedenti asilo ritenuti responsabili delle rivolte scoppiate giovedì 11 e venerdì 12 giugno all’ex caserma Serena di Casier. A partire dal 22 giugno, giorno in cui finirà l’isolamento preventivo a cui sono stati sottoposti i migranti, almeno tre di loro dovrebbero venire espulsi dall’Italia mentre dovrebbero essere una ventina le persone denunciate per il coinvolgimento diretto che aveva portato agli scontri con le forze dell’ordine. Nel frattempo è stato effettuato ieri il secondo tampone sugli altri operatori della struttura di prima accoglienza. Si tratta di 28 persone che sono risultate tutti negative al primo esame.
 
Ultimo aggiornamento: 18:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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