Investì e uccise un 17enne: poliziotto a processo per omicidio stradale

Mercoledì 15 Marzo 2023 di Giuliano Pavan
PAESE Il terribile schianto dell'8 marzo in via Olimpia costato la vita al 17enne Davide Pavan

PAESE - Chiuse le indagini a carico di Samuel Seno, il poliziotto 29enne di Paese che l’8 maggio dello scorso anno investì e uccise Davide Pavan, 17enne di Morgano. La Procura di Treviso nei prossimi giorni formalizzerà la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale aggravato dalla guida in stato d’ebbrezza. Il suo legale, l’avvocato Fabio Capraro, tenterà la via del patteggiamento visto che i familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Davide Favotto, sono già stati risarciti dall’assicurazione e sono dunque usciti dal processo.

Se la richiesta non dovesse essere accettata, si opterà per il rito abbreviato che garantisce lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, a cui si aggiungerà la rinuncia al ricorso in appello per ridurla ulteriormente di un sesto grazie all’entrata in vigore delle nuove norme introdotte dalla legge Cartabia.

LA PERIZIA
Il sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà, titolare delle indagini sul sinistro, ha basato le contestazioni a carico del poliziotto sugli esiti della perizia cinematica eseguita dal consulente Francesco Sottana. Accertamento che di fatto ha confermato la dinamica che era stata ipotizzata dopo i rilievi dell’incidente avvenuto in via Olimpia a Paese, aggiungendo però un nuovo tassello cruciale: la velocità elevata dell’auto condotta da Seno. Quindi l’agente trevigiano, in forze all’ufficio immigrazione della questura di Treviso, non solo si era messo al volante dopo aver bevuto ma non aveva nemmeno rispettato il limite dei 50 chilometri orari. Quella domenica sera, di ritorno dalla festa del Rugby Paese, il 29enne ha affrontato la curva di via Olimpia a più di 80 all’ora: la perizia stima una velocità compresa tra gli 80 e gli 85 chilometri orari. Troppo per riuscire a mantenere in traiettoria la sua Volkswagen Golf sulla curva che piegava verso destra. Infatti ne ha perso il controllo, ha invaso la corsia opposta e ha centrato in pieno lo scooter di Davide Pavan. Il ragazzo, sempre secondo i risultati della perizia cinematica, viaggiava a 44 chilometri all’ora, indossava correttamente il casco, non aveva assunto alcol o altre sostanze e il motorino non era stato “truccato”. Il consulente Sottana evidenzia anche un altro aspetto: lo studente avrebbe avuto al massimo un secondo per accorgersi che l’auto gli stava piombando addosso. Un lasso di tempo troppo breve anche solo per accennare una reazione. L’impatto è stato devastante, con il 17enne, morto sul colpo, che è stato sbalzato per una ventina di metri. L’auto lo ha colpito sul lato sinistro, come emerso dalla frattura al femore riscontrata dall’autopsia, mentre a essergli fatale era stato stato il trauma cranico. Le conclusioni del consulente del pubblico ministero di fatto inchiodano il 29enne: «L’unica causa dell’evento - si legge nella perizia - è da attribuire alla condotta dell’indagato che ha invaso la corsia di marcia percorsa dal ciclomotorista a velocità elevata e in condizioni psicofisiche alterate».

L’INCIDENTE
Erano da poco passate le 21: sia Davide che Samuel stavano tornando a casa. Il poliziotto aveva passato un pomeriggio con i compagni del Rugby Paese per festeggiare il quarto posto nel campionato di Serie A. Musica, cibo, baldoria e un brindisi tutto dedicato al 29enne, che aveva annunciato di voler lasciare la squadra. Aveva bevuto, tanto da avere un tasso alcolemico di 1,26 grammi per litro, rilevato con gli esami del sangue. Il primo alcoltest eseguito sul posto dopo l’incidente segnava addirittura 1,50. La seconda prova, ripetuta a distanza di circa un quarto d’ora aveva registrato invece 1,20, segno che la curva di assorbimento dell’alcol era ormai in fase calante. Davide invece era stato dalla fidanzata Lucrezia, e in sella al suo Aprilia SR era diretto a casa, a Morgano.

Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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