Maserada. Spari contro la casa della famiglia Levak, scatta la paura a Candelù

Indagini in corso per chiarire le cause del gesto, gli inquirenti hanno acquisito anche i video dei filmati di videosorveglianza

Lunedì 10 Ottobre 2022 di Maria Elena Pattaro
Spari sulla casa della famiglia Levak

MASERADA (TREVISO) - Due spari contro l'abitazione di una famiglia nomade. Due colpi di pistola indirizzati ai Levak, stanziati da anni a Candelù di Maserada. Un sabato sera come tanti nella piccola frazione, la cui tranquillità è stata però squarciata da quegli spari improvvisi. Che suonano come un avvertimento o uno sgarro tra rom, forse per questioni di affari: queste le ipotesi investigative su cui si stanno concentrando i carabinieri. Poco prima delle 22.30 una Fiat Punto percorre il vialetto in ghiaia che porta alla casa con annessa roulotte dei Levak, in via Verdi. Due uomini incappucciati e armati di pistola scendono dalla macchina ed esplodono i colpi all'altezza del cancello, a un centinaio di metri dall'abitazione presa di mira. Non ci sono feriti: l'intento evidentemente non è quello di colpire ma di lanciare un avvertimento. Poi si dileguano con la stessa fretta con cui si erano materializzati. Nel frattempo via Verdi è in subbuglio: è lo stesso capofamiglia, bersaglio dell'atto intimidatorio, a dare l'allarme chiamando il 112: qualcuno ha sparato contro casa sua. «Ho sentito due tre colpi: all'inizio ho pensato a un petardo, poi invece ho capito che erano spari e mi sono spaventata» racconta una vicina. Sul posto si precipitano alcune pattuglie: i militari raccolgono la testimonianza del nomade e perlustrano il luogo dell'incursione. A terra trovano due bossoli di pistola calibro 380, che sono stati repertati e che ora verranno inviati al laboratorio del Ris di Parma per le analisi.

Così da individuare il tipo di arma utilizzata.

Le indagini 

Gli inquirenti hanno acquisito anche i filmati della videosorveglianza privata: la telecamera di un vicino avrebbe immortalato l'auto con i banditi. Gli inquirenti stanno passando al setaccio le immagini della videosorveglianza pubblica, prontamente messa a disposizione dal Comune. L'obiettivo è inchiodare i responsabili e risalire all'eventuale mandante: chi ha esploso i colpi, infatti potrebbe essere un semplice esecutore, incaricato da qualcuno che ha dei conti in sospeso con i Levak. Le indagini si focalizzano su rapporti, contatti e attriti della famiglia rom. Qualche sospetto c'è, ora si cercano le prove: «Siamo zingari: se sapessimo per certo chi è stato sistemeremmo le cose tra noi» diceva una donna ieri, 10 ottobre, dopo pranzo mentre serviva il caffè al capofamiglia e a un amico sotto il portico dell'abitazione.

I Levak già presi di mira

«Ho visto solo delle sagome. Non è la prima volta che veniamo presi di mira» stavolta a parlare è il nomade nel mirino: racconta della spedizione punitiva organizzata da altri zingari per riscuotere un presunto credito. «Tre anni fa mi hanno picchiato e hanno sfasciato la casa: volevano soldi» dice. Sul movente di questo secondo episodio allarga le braccia: «Debiti? No, mantengo la mia famiglia vendendo ferrovecchio». I parenti gli lanciano occhiatacce: ha parlato fin troppo. In attesa che gli inquirenti chiudano il cerchio sui responsabili, a Candelù serpeggia la paura. Ma il sindaco Lamberto Marini rassicura: «Per quanto grave, è un episodio che ritengo isolato e riconducibile a dinamiche relative alla famiglia coinvolta e che non ha nulla a che vedere con Candelù. I residenti non devono allarmarsi: il controllo del territorio c'è, ora confidiamo nelle indagini». La faida tra nomadi è un fenomeno che nella Marca ha portato anche a spargimenti di sangue. Uno su tutti: l'omicidio a Borgo Capriolo a Treviso del 52enne Domenico Joco Durdevic, ucciso con un colpo di pistola alla nuca per tensioni familiari dal nipote Branko, ora a processo. Era l'8 febbraio del 2021 Branco Durdevic, ora è a processo. Lo scorso marzo invece, a Faè di Oderzo era andato in scena invece un attentato incendiario: molotov lanciate contro la bifamiliare dei Levak. Il motivo? L'amore proibito tra due giovanissimi.

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 20:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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