Piper precipitato. «Ho visto quell'aereo cadere e dentro c'era mia sorella»

Sabato 18 Agosto 2018 di Denis Barea
Nicola Pillot

VILLORBA - «Guarda quell'aereo, guarda come vola basso... incredibile». Sono le 18,45 di mercoledì giorno di ferragosto quando Nicola Pillot sta osservando il cielo attirato dal rumore di un velivolo da turismo che sembra librarsi solo qualche metro sopra la punta della vegetazione che sta al di sotto. Lui non lo sa ancora ma ciò a cui sta assistendo sono gli ultimi attimi di vita della sorella Ornella, che si trova proprio a bordo di quel Piper, che è pilotato da Matteo Passarella, 47 anni di Villorba, e che da lì a qualche instante si schianterà al suolo vicino al greto del Piave a Cimadolmo. Cinque ore più tardi Nicola Pillot riceve la telefonata dai carabinieri che lo avvertono della tragedia in cui è rimasta vittima Lella: l'aereo ha toccato con il carrello d'atterraggio i fili di una linea della media tensione ed è poi precipitato al suolo incendiandosi quasi istantaneamente.
 
INCREDULITÀ«Non posso credere a quello che è successo - spiega con la voce rotta da una evidente emozione - io non potevo immaginarlo ma stavo assistendo alla morte di Ornella». A quell'ora Nicola Pillot si trovava su una spiaggetta del Piave poco distante da Ormelle. Stava trascorrendo la giornata insieme alla moglie, alla figlioletta e ai due genitori. Dopo aver pranzato in un ristorante avevano deciso di passare qualche ora lungo le rive del fiume per godersi quel sole bellissimo. «A un certo punto - racconta - guardando verso nord-ovest ho scorto un aereo che sembrava dirigersi proprio verso di noi. Ho continuato a guardarlo perché volava ad una altezza piuttosto bassa e questa cosa mi aveva incuriosito. Poi il velivolo ha virato, mettendosi verso una direzione che puntava a nord ovest, con il sole praticamente in faccia. È a quel punto che deve per forza essere successo qualche cosa».

L'ANOMALIADopo la virata infatti Nicola Pillot nota e sente qualche cosa di strano: «L'aereo ha continuato ad abbassarsi di quota. Basso, sempre più basso, tanto che ho subito attirato l'attenzione di mia moglie indicando quel volo davvero strano. Da dove mi trovavo io, a qualche chilometro di distanza, potevo vedere i piloni dell'alta tensione. Ho detto a mia moglie che mi sembrava una cosa curiosa che quell'apparecchio fosse così basso, poi ho sentito il rumore del motore come se il pilota avesse dato gas bruscamente tentando una improvvisa accelerata molto rapida. Ma l'aereo non si è alzato e anzi ha continuato ad abbassarsi, poi l'ho visto scomparire dietro le linea della vegetazione. Non ho sentito nessun rumore dello schianto, né il boato tipico di una esplosione. Ho pensato che forse si era trattato di una manovra per avvicinarsi alla pista del capo di volo di Cimadolmo ed è finita lì».

LA TELEFONATAIntorno alle 23 invece arriva la chiamata delle forze dell'ordine.

L'aereo visto da Nicola Pillot era proprio quello in cui si trovava la sorella Ornella, ultima passeggera di un pomeriggio in cui Matteo Passarella, che con la Pillot, anche lei di Villorba, e altri amici aveva organizzato una grigliata al campo di volo di Cimadolmo, aveva fatto provare l'ebbrezza del volo in cabina di pilotaggio a tanti di quelli con cui aveva passata a tavola una giornata di allegria. aSono dettagli che mi sono venuti in mente subito come in un flash - torna a dire Nicola Pillot - ma è solo la sera di giovedì, parlando con mia moglie dell'accaduto, che ho capito davvero di aver visto con i miei occhi quello che è successo. C'era Lella su quel velivolo e io non lo sapevo. Pensavo che alla fine fosse atterrato e invece è andato distrutto. Il destino mi ha giocato uno scherzo tremendo».

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