Pinarello completa la bacheca con la Roubaix: il trionfo di Van Baarle è "made in Treviso" Foto

Martedì 19 Aprile 2022 di Tina Ruggeri
Pinarello completa la bacheca con la Roubaix: il trionfo di Van Baarle è "made in Treviso"

TREVISO - «Sarà un anno da incorniciare: l'azienda Pinarello fondata da mio papà Giovanni nel 1952 compie settant'anni, e lui a luglio avrebbe compiuto cento anni. Diciamo che si è fatto un bel regalo, quello di vincere la Parigi-Roubaix».
Emozionato e felice, Fausto Pinarello è riuscito a coronare il sogno della sua vita con un corridore che non è alla ribalta delle cronache ciclistiche ma che con grande determinazione è riuscito a regalare all'azienda trevigiana la vittoria nella regina delle classiche, la Parigi Roubaix.



LA LUNGA ATTESA
«L'abbiamo inseguita per settant'anni - racconta l'imprenditore trevigiano, fautore della tappa del Giro d'Italia che il 26 maggio da Borgo Valsugana approderà a Treviso -. Ci abbiamo provato con Zabel, Flecha, Cancellara, Cipollini, Wiggins, Moscon, anche con Pozzato, ma questa gara sul pavé ci ha sempre voltato le spalle. Ed è arrivata quando meno ce l'aspettavamo, anzi puntavamo tutti su Ganna e invece l'olandese Dylan Van Baarla è riuscito a farci questa sorpresa proprio nel giorno di Pasqua (come Alessandro Ballan nel 2007, ndr). Che dire, a una settimana di distanza, due corse monumento, prima l'Amstel Gold Race con il polacco Michal Kwiatkowski grande corridore ed ex campione del mondo e ora la Roubaix con l'olandese. Certo, Van der Poel è un fenomeno ma anche noi come Ineos Grenadier ci siamo presi le nostre soddisfazioni. Adri, il papà però ha corso con le nostre bici. Quindi anche noi abbiamo un pezzettino della famiglia Van der Poel».

IL GESTO
Appena tagliato il traguardo nel velodromo, Van Baarle ha alzato la bicicletta a favore di telecamere, un gesto quasi simbolico, una sintesi tra corridore e bicicletta: «L'uomo fa la sua parte così come la bici. Ha pedalato e vinto su una Dogma F, F come Fausto Pinarello. L'ultima nata, la più leggera in assoluto».
Come nasce la Dogma F?
«Nasce tra marzo e aprile nel pieno lookdown nella nostra azienda trevigiana. Non potevamo vendere ne spedire, tutto bloccato. Ci siamo messi a disegnare e progettare. L'ha progettata il mio ingegnere di fiducia, Massimo Poloniato che è di Trevignano e il design è di Manuel Bottazzo. Abbiamo creduto in questo progetto e mi sembra che sia andata bene, che ne dite?».
Nella parete della Bottega Pinarello svettano le maglie di 15 Tour de France vinti, 8 Giri d'Italia, 7 Vuelta d'Espana, 3 Olimpiadi su strada e 2 a cronometro.

I successi su pista sono innumerevoli anche se il titolo olimpico del quartetto con Ganna, Lamon, Milan e Consonni resta il più prezioso nella bacheca, 1 titolo mondiale su strada e 9 a cronometro.

Un numero infinito di trionfi ma la Roubaix mancava: «Ripeto ci abbiamo provato con tante squadre e tanti corridori e dopo 70 anni finalmente l'abbiamo fatta nostra».

Quali altri progetti ci sono adesso con la Ineos in attesa di dare l'assalto al Giro d'Italia con Carapaz?
«Abbiamo il contratto fino al 2024 mentre con Pidcok nascerà un progetto fuoristrada. L'inglesino è fortissimo su strada, nel ciclocross e nella mtb. Quindi puntiamo anche su di lui. Anche perché visti i risultati ottenuti con Pidcock nel fuoristrada, è un settore tutto da scoprire che sta attirando davvero tantissimi appassionati e praticanti. E' esploso anche il fenomeno gravel pertanto ci stiamo attrezzando anche in quella fetta di mercato. Già si cominciano ad organizzare eventi di livello con le gravel e vogliamo conquistare anche quel tipo di appassionati che sceglie una bici non impegnativa come la mtb o quella su strada per farsi il proprio giretto in mezzo alle colline o alle campagne».
NON SOLO PINARELLO
La Parigi Roubaix parla ancora trevigiano per le scarpe. Ai piedi di Van Baarla c'erano le Sidi create da Dino Signori che con Giovanni Pinarello ha da sempre creato un'accoppiata vincente. E trevigiano parla anche la Roubaix femminile vinta da Elisa Longo Borghini, seguita in ammiraglia Trek Segafredo da Paolino Slongo, tecnico apprezzato a livello mondiale, già preparatore di Nibali e ct delle Donne Junior.
Tina Ruggeri
 

Ultimo aggiornamento: 16:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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