SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA - «L’abbiamo aspettato per dodici anni e l’abbiamo perso in un minuto». Non si danno pace mamma Susy e papà Remo, i genitori di Andrea Simeon, il 26enne di Sernaglia morto domenica durante una gara di motocross nella pista Tazio Nuvolari di Mantova. La sua moto, una Yamaha 450 con cui gareggiava da anni per il club dilettantistico Tre pini di Montebelluna è tornata a casa, portata dal padre, che domenica ha assistito impotente all’incidente del figlio e che vedendolo a terra, esanime, è stato colto da un malore. Il giovane è volato fuori dalla pista Tazio Nuvolari di Mantova schiantandosi prima contro la rete di recinzione e poi contro un albero presente al di fuori del circuito. L’incidente è avvenuto alle 12.39, poco dopo la partenza della gara riservata alla categoria Mx2. Il pilota ha perso il controllo della sua moto da cross su una altura artificiale: la due ruote si è impennata e lo scaraventato fuori dal circuito. Pare per «un guasto meccanico che gli ha bloccato l’acceleratore impedendogli di dosare la velocità», secondo quanto appurato, in prima battuta, dagli organizzatori della gara al Migliaretto. Ma il papà, appassionato di moto come il figlio, non crede al guasto meccanico. La moto sembra integra: ha riportato soltanto una crepa sulla parte anteriore. Spezzata invece la vita del giovane pilota, che dopo la laurea in Ingegneria a Trento aveva trovato lavoro proprio nel capoluogo trentino. Per una tragica fatalità secondo il genitore. Mentre la società, dal canto suo, si dice pronta a «intraprendere un’azione legale per fare luce sulla vicenda e appurare eventuali responsabilità».
«Quell’albero non doveva esserci: è troppo pericoloso avere alberi a bordo pista. Se un pilota perde il controllo della moto e si schianta sul tronco è spacciato. Come è successo al nostro Andrea, purtroppo» afferma il presidente del motoclub Tre Pini Donato Toffoletto, che insieme alle lacrime non nasconde la rabbia, in attesa di confrontarsi sul punto con la famiglia della vittima. Nemmeno il presidente è convinto che all’origine della fuoriuscita fatale ci sia un problema all’acceleratore, che nelle moto da cross è dotato di doppia cinghia proprio per evitare blocchi improvvisi. La salma di Andrea si trova ancora all’obitorio dell’ospedale Poma di Mantova, a disposizione dell’autorità giudiziaria, che nelle prossime ore deciderà se disporre o meno ulteriori accertamenti.
Il lutto
In attesa di poter dare l’ultimo saluto a “Smane”, l’intero mondo del motocross è in lutto. Nessuno riesce a capacitarsi che il giovane sia morto mentre faceva ciò che amava di più «mentre facevi “il salto”, come dicevi sempre. Solo che stavolta l’hai sbagliato e quella stramaledettissima moto ti ha mandato via da noi» - scrive sui social un amico e coinquilino -. Ora donerai gli organi, come donavi il sangue quando eri in vita. Grazie di tutto, mi mancherai». Tra i primi a portare un po’ di conforto alla famiglia, nella casa di via Venanzio, è stato il parroco di Sernaglia, don Mirko Dalla Torre: «Ho trovato due genitori veramente distrutti, ma con una grande fede e con una speranza che Andrea continui ad essere loro vicino anche da lassù e che gli aiuti a superare questo immenso dolore». Vicinanza e cordoglio anche da parte del sindaco Mirko Villanova: «Siamo tutti sgomenti. Andrea era un ragazzo pieno di vita. Ci stringiamo alla sua famiglia, a cui assicuriamo pieno sostegno»
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