Finto dentista esercita senza laurea, la testimonianza di 56 pazienti

Martedì 2 Aprile 2019 di Denis Barea
Finto dentista esercita senza laurea, la testimonianza di 56 pazienti
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MONTEBELLUNA - Lui dice di essere stato sempre convinto che la sua cosiddetta laurea americana - documento in realtà ritenuto non valido e che ad oggi sarebbe ancora all'esame delle autorità per capire di che cosa si tratti davvero - fosse sufficiente per fare svolgere il lavoro di dentista in Italia. La moglie invece deve aver pensato che per fare l'igienista non servano particolari titoli, visto che in tasca non ha l'ombra di una laurea e neppure di un diploma specifico. Di sicuro per i Nas che nell'agosto del 2015 hanno messo i sigilli ad entrambi gli studi di odontoiatria che i due coniugi avevano aperto in centro non c'erano invece le autorizzazioni e sicuramente neppure i titoli di studio per poter mettere le mani in bocca ai pazienti. E così il 63enne Pierluigi Visentin e la moglie, la 59enne Lala Cavasin, entrambi di Montebelluna, sono finiti a processo con l'accusa di esercizio abusivo della professione. 
 
LE INDAGINI
A far scattare le indagini, coordinate dalla Procura di Treviso, una ricevuta non consegnata a uno dei tanti pazienti, di cui ben 56 sono stati citati come testi dall'accusa per confermare che Visentin, malgrado non abbia una laurea specifica, facesse otturazioni, ponti e radiografie. Si tratta solo di una parte dei tanti che negli anni si sono fatti curare dal presunto dentista con la laurea americana. Ma nessuno si è mai lamentato di un lavoretto sbagliato, di una otturazione che non tiene, di un ponte saltato dopo qualche ora dall'intervento. Gli altarini sono stati svelati invece a causa di una fattura mai consegnata: forse solo un ritardo o magari il tentativo di farsi pagare una parcella esentasse fatto sta che qualcuno ha fatto una segnalazione. Di lì a poco sono scattate le verifiche che hanno portato i Nas a bussare alla porta dei due ambulatori gestiti dal 66enne, in Via Piave e in Via Mazzini a Montebelluna. E a farli chiudere. 
LA DIFESA
L'uomo, assistito come la moglie dall'avvocato Paolo Salandin del Foro di Treviso, si difende mettendo sul piatto la sua laurea americana. Che però pare non avere nessun valore. «Ma è in fase di esame - ha ribattuto Visentin - in attesa di valutazione e riconoscimento». La moglie invece non aveva nessun pezzo di carta per poter svolgere l'attività di igienista. Lala Cavasin ha spiegato di non esserci esserci mai stata negli studi ma i 56 testi del pubblico ministero sarebbero stati chiamati a deporre proprio per confermare una circostanza molto diversa: e cioè quella secondo cui la 59enne era di fatto l'assistente del marito presso entrambi gli ambulatori. Ieri il giudice ha chiesto di poter sfoltire la lista dei testi di un processo che rischia di finire con la prescrizione prima di un eventuale secondo grado. 
Denis Barea
Ultimo aggiornamento: 11:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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