​Bimba rischia di annegare nel Piave: maratoneta si tuffa e le salva la vita

Lunedì 13 Agosto 2018
Bimba rischia di annegare nel Piave: maratoneta si tuffa e le salva la vita
2

SERNAGLIA - Atleta sernagliese salva bambina marocchina inghiottita dalle acque del Fiume Piave. Il fatto è accaduto tre giorni fa verso le ore 15.30 in località Passo Barca a Falzè di Piave, nel comune di Sernaglia della Battaglia, in un luogo molto frequentato, soprattutto nei mesi estivi, da famiglie e da bagnanti di ogni età, provenienti da tutto il Quartier del Piave. A raccontare i momenti di grande apprensione vissuti dai presenti è Gabriele Marsura, 53 anni, di Sernaglia della Battaglia, l'uomo che ha salvato la bambina marocchina dalle vorticose acque del fiume. Il 53ennne è molto conosciuto in zona, non solo per le sue numerose vittorie nelle corse campestri e nelle maratone, ma anche per essere diventato, nel corso degli anni, un valido allenatore sportivo di giovani promesse  dell'atletica leggera. 

LA PAURA
Marsura aveva raggiunto il Piave per rinfrescarsi assieme a un gruppo di amici. Sulla riva del fiume c'erano diverse famiglie, con bambini e ragazzini al seguito che sguazzavano sull'acqua bassa. «Ma mi sono subito reso conto che c'era qualcosa che non quadrava: vicino a me, a pochi metri da un ramo del fiume, c'erano due gemellini di circa 5 o 6 anni in compagnia di una sorellina dall'apparente età di 7 o 8 anni che giocavano incustoditi sull'acqua del fiume. I genitori non erano nei paraggi. Una prima volta uno dei due gemellini, aveva perso una ciabatta in acqua e mi aveva chiesto se potevo recuperargliela prima che la corrente se la portasse via. Così ho fatto! Tutti i bagnanti si chiedevano come mai, questi bambini piccoli, fossero stati lasciati da soli incustoditi, senza genitori da diverse ore, su un posto così pericoloso». 

IL SALVATAGGIO
«Ad un certo punto - continua Marsura -, alzo gli occhi e vendo la sorellina più grande, che nel tentativo di recuperare un cuscinetto gonfiabile, stava per essere inghiottita dalla corrente. Non ci ho pensato un attimo, ho fatto una corsa a piedi nudi, prima sui sassi e poi in acqua e mi sono tuffato verso il luogo dove avevo visto scomparire la piccola». In quel punto più che un fiume, sembravano delle rapide tanto era violento il flusso d'acqua. «Ambedue eravamo in balia della forte corrente - puntualizza il cinquantenne -, ma io non mi sono perso d'animo e sono riuscito a raggiungerla. La prima volta l'ho afferrata per un braccio ma mi è scivolata via, allora sono riemerso a prendere fiato e mi sono rituffato nuovamente. Ho detto dentro di me: Questa volta non mi scappi più! L'ho raggiunta e afferrata nuovamente sotto le ascelle e, nuotando con tutte le mie forze, abbiamo raggiunto il bagnasciuga. La bambina era sconvolta e terrorizzata ed anche quando eravamo ormai vicino alla riva dove c'erano circa 10 centimetri d'acqua lei non voleva più scendere dalle mie braccia. Il salvataggio è stato talmente veloce, penso sia durato al massimo 20 secondi, che la piccola per fortuna non aveva bevuto nemmeno un sorso d'acqua, aveva subito soltanto un grande spavento e non riusciva nemmeno più a parlare». 

L'INFORTUNIO
Con la bambina ormai in salvo, passata l'adrenalina, Marsura si è reso conto di essersi fatto male. «Ad avere la peggio sono stato io - conclude -, poiché nella corsa sui sassi per raggiungere la bimba, mi sono fratturato un piede e sono dovuto andare al pronto soccorso. Come sia andata dopo io non lo so, sicuramente i bagnanti si saranno presi cura della bimba e l'avranno riconsegnata ai genitori. Questa zona del Piave è molto pericolosa, anche lo scorso hanno ho salvato due bagnanti che stavano per annegare. Sono molto contento di aver potuto salvare la vita a questa bambina, l'unica cosa che mi dispiace è che ora dovrò interrompere per diverso tempo i miei allenamenti sportivi».
D.B.

Ultimo aggiornamento: 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci