Il Pd: «Stipendi gonfiati in municipio», bufera sui dirigenti comunali

Domenica 22 Dicembre 2019 di Luca Anzanello
La sede del Comune di Conegliano in piazza Cima nel cuore del centro storico
«Stipendiopoli in municipio: ex segretari e dirigenti comunali sono stati chiamati a restituire oltre 86mila euro» tuona il gruppo consiliare del Partito Democratico, che grida allo scandalo e auspica provvedimenti anche all’interno del cda di casa Fenzi. Si preannuncia un Natale di fuoco in municipio: ieri il capogruppo del Pd Alessandro Bortoluzzi ha sganciato la bomba degli esiti delle verifiche compiute da Corte dei Conti e Ministero dell’economia negli uffici municipali.  «Tutto nasce – spiega l’ex candidato sindaco – a seguito di un esposto dei consiglieri di opposizione presentato alla Corte dei Conti e al Ministero. Dopo la vicenda dei rimborsi gonfiati che costò il posto da assessore all’ex sindaco Alberto Maniero nel 2012, un altro scandalo scuote la politica coneglianese. Sono coinvolti due storici dirigenti del Comune, Gianni Zorzetto e Maurizio Tondato, e due ex segretari comunali, Salvatore Minardo e Lorenzo Traina».
LA QUESTIONE
Secondo i Dem «per anni i quattro funzionari, sostenuti dai sindaci e dagli assessori che si sono succeduti alla guida della città, hanno goduto di stipendi oltre il massimo consentito dai contratti collettivi del settore pubblico. Come detto, tutto è emerso a seguito dell’attività di controllo dei consiglieri comunali del Partito Democratico che, insospettiti da una strana e del tutto ingiustificata riorganizzazione interna fatta dal sindaco Fabio Chies nel novembre 2017, hanno voluto vederci chiaro. Si è così scoperto che la nuova organizzazione dell’ente, che aveva messo al vertice dei dirigenti comunali il ragionier Zorzetto, in realtà era solo un escamotage per riconoscere allo stesso Zorzetto e al segretario Traina retribuzioni come i dirigenti di città metropolitane».
LE SOMME
E secondo il Pd non è tutto: «È venuto a galla che la cosa durava dal 2008, e che negli anni ne avevano beneficiato anche Tondato e Minardo. Tutto è stato immediatamente segnalato a Chies, che invece di indignarsi ha fatto come sempre finta di non vedere. Nemmeno una durissima nota della Corte dei Conti di Venezia ha indotto Chies a intervenire. La situazione però è precipitata quando l’allora ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria ha inviato un ispettore in città. Così, conclusa l’inaspettata ispezione, nei giorni scorsi il Comune è stato costretto a inviare le diffide a firma del segretario comunale Giampietro Cescon, con le quali è stata chiesta la restituzione delle retribuzioni indebitamente riscosse dopo settembre 2009, perché le precedenti sono andate prescritte». Le somme richieste ammontano a 65.943,76 euro per Zorzetto, 11.334,87 per Tondato, 4.279,14 per Traina e 4.743,82 per Minardo: in totale 86.301,56 euro.
GLI SCENARI
Bortoluzzi ipotizza gli scenari futuri: «Se i quattro funzionari non restituiranno i denari entro fine gennaio, la Corte dei Conti potrebbe aprire un processo per danno erariale. C’è sgomento nel vedere queste malriuscite acrobazie amministrativo-contabili. C’è amarezza nel vedere questi poco edificanti esempi di cattiva gestione dei denari dei cittadini. Sconcertante è anche il comportamento di Chies, che pochi giorni dopo le pesanti censure della Corte dei Conti ha premiato proprio il duo Zorzetto – Minardo nominandoli ai vertici di Casa Fenzi. La restituzione dei soldi e le dimissioni dal consiglio di amministrazione della casa di riposo sono ora atti dovuti. Per i cittadini soldi non ce ne sono mai, e nemmeno per i tanti dipendenti comunali che lavorano ogni giorno con impegno e responsabilità importanti a fronte di stipendi fermi al palo da decenni. Per loro di aumenti non se ne parla proprio. Ecco, queste battaglie di legalità le facciamo anche per loro» conclude il capogruppo del Pd.
Ultimo aggiornamento: 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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