L'allarme dei panifici: «Riusciremo a produrre pane, dolci e colombe ma non sappiamo con quali rincari»

Sabato 12 Marzo 2022 di Mauro Favaro
Rincari del pane
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TREVISO - «Riusciremo a produrre quasi tutti i tipi di pane, dolci e colombe per Pasqua. Ma non sappiamo a che prezzo». Tiziano Bosco, presidente dei panificatori della Confcommercio di Treviso, non usa giri di parole. I negozi stanno facendo di tutto per ridurre il peso del caro-bollette. «Si spengono anche le insegne. Non è una cosa secondaria – dice Bosco – allo stesso tempo cerchiamo di ridimensionare l’uso dei forni, ottimizzando il loro impiego. Siamo in grossa difficoltà. Per ora resistiamo. Andando avanti, però, non so che piega prenderanno le cose». È destinato ad aumentare anche il prezzo del pane? «La bolletta del gas è già raddoppiata – allarga le braccia il presidente dei panificatori – se si andrà verso i 3 euro al metro cubo saremo costretti a rivedere i prezzi». L’incidenza non sarebbe enorme per una singola pagnotta. Va da sé, però, che l’impatto simbolico sarebbe quanto mai evidente per un bene del genere.

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ORDINI BLOCCATI

Oggi ci si muove tra i rincari delle utenze già certificati e mille altre incertezze. Con l’ultima settimana di marzo scatta la “stagione” della Pasqua per panifici, pasticcerie e simili. Ma al momento i fornitori non accettano ordini per uova, burro e così via. «Non si riesce a siglare i contratti per la fornitura perché a fronte dei costanti aumenti nessuno si fida più a fissare il prezzo in anticipo – rivela Bosco – a parte alcune piccole difficoltà, oggi si riesce a reperire le materie prime senza troppi problemi. E non c’è l’assalto che abbiamo visto subito dopo l’esplosione dell’epidemia da coronavirus. Ma data la situazione attuale, i fornitori puntano a prendere tempo per scongiurare il rischio di subire altri improvvisi aumenti». Dopotutto i precedenti non sono incoraggianti. Un esempio su tutti? In poco più di sei mesi il costo della semola di grano duro è passato da 0,55 a 1,10 euro al chilo. Un raddoppio secco. «La conseguenza è che al momento è difficile pensare al listino per Pasqua», sottolinea il presidente dei panificatori.

SCENARIO INCERTO

I timori sono condivisi anche dalla Flai Cgil di Treviso, la federazione dei lavoratori dell’agroindustria. «C’è una forte preoccupazione – conferma Rosita Battain – perché non si vede un orizzonte definito». Stanno soffrendo pure le cantine del trevigiano. Soprattutto quelle più piccole. In alcuni casi è scattata la cassa integrazione. «Le segnalazioni in questo senso riguardano le aziende con una filiera particolarmente corta, senza possibilità di diversificare, che faticano a riprendere – evidenzia la segretaria – adesso attendono che si apra la bella stagione per poter ripartire con la distribuzione territoriale. In questi contesti il turismo e il commercio ha ripreso a singhiozzo. Fortunatamente, comunque, si tratta di un problema circoscritto». La speranza è che la primavera possa portare buoni frutti. Con il fondamentale supporto dei servizi di logistica, ad oggi inevitabilmente i più colpiti dall’aumento dei prezzi di benzina e gasolio. «Bisogna ricorrere al vero spirito imprenditoriale – tira le fila Battain – capace di rispondere tenendo conto anche di quello che il territorio ha dato fino a questo momento in termini di sviluppo»

Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 14:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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