Ospedali, braccio di ferro tra l'Usl e il concessionario: richieste reciproche di pagamenti per 6 milioni

Il contenzioso blocca diversi progetti, a partire dal nuovo parcheggio di Montebelluna. Ed è emergenza personale, con anestesia e ortopedia in primo piano. Esternalizzati i servizi ambulatoriali: un turno di 12 ore costa 1.400 euro

Giovedì 26 Gennaio 2023 di Mauro Favaro
Ospedale di Castelfranco. Braccio d ferro a suon di milioni tra Ulss e concessionario

CASTELFRANCO - Ballano 12 milioni di euro attorno agli ospedali di Montebelluna e Castelfranco. Il concessionario Asolo Hospital Service spa chiede che l'Usl della Marca gli versi 6 milioni. Questa ultima, invece, sostiene che è lo stesso concessionario a dover saldare un conto da 6 milioni nei suoi confronti. E il braccio di ferro sui lavori di completamento e per la gestione dei servizi non sanitari sta bloccando il resto. A partire dalla realizzazione di un nuovo parcheggio proprio nell'ambito dell'ospedale di Montebelluna.

Il concessionario ha già attivato il procedimento di arbitrato. L'ultima parola arriverà da qui.

IL NODO
La questione, quanto mai intricata, ruota attorno al project financing che ha aperto le porte ai lavori negli ospedali di Montebelluna e Castelfranco. L'intervento di ricostruzione dell'ospedale di Montebelluna ha previsto un importo complessivo di 51 milioni. Mentre per Castelfranco si tratta di interventi sul monoblocco per 60 milioni. Nel pacchetto, infine, c'è anche la gestione dei servizi non sanitari. La convenzione tra l'Usl e il concessionario è stata sottoscritta ancora nel settembre del 2004. Per quanto riguarda il canone, si parla di un conto da circa 40 milioni di euro che l'Usl dovrebbe versare ogni anno alla Asolo Hospital Service spa, fino al 2032, orizzonte di conclusione del project. Ma su questo, stando a quanto emerge, non ci sono diversità di vedute. Fatto sta che per sbloccare le cose bisogna trovare la quadra rispetto ai punti di vista divergenti sul nodo dei 6 milioni.

I PROBLEMI
Nel frattempo si prova a tamponare l'emergenza personale a Montebelluna. Il problema riguarda anche l'anestesia. Lo scorso novembre il primario Andrea Bianchin ha evidenziato «le permanenti criticità in cui versa il reparto dovute alla carenza di medici specialisti». A fronte di queste, è stata richiesta l'attivazione di contratti in libera professione. E si è già fatto avanti un anestesista 48enne originario di Castelfranco. C'è poi l'ormai storico problema dell'ortopedia. Il nuovo primario Alessandro Geraci sta facendo i salti mortali dopo gli ultimi addii, comprese le dimissioni di Pasquale Santoriello, già segretario dell'Anaao di Treviso, il sindacato dei medici, che il 28 febbraio lascerà l'azienda sanitaria trevigiana. Il servizio degli ambulatori di ortopedia è già stato esternalizzato e affidato alla società International Medical system srl di Roma. Un turno di un medico (12 ore) viene pagato 1.400 euro lordi. Ma a quanto pare non ci sono alternative.

L'AZIENDA SANITARIA
«Nell'ortopedia di Montebelluna mancano diverse persone. Purtroppo sappiamo cos'è successo: un primario se n'è andato lasciando una situazione di difficoltà - specifica Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl -. Geraci sta ricostituendo il reparto. E in questo momento lo si fa anche grazie al fatto che ci sono medici che arrivano da cooperative e società private. Oggi sono importanti. Ma dal 2024, quando inizieremo ad avere a disposizione più specialisti, avremo la possibilità di andare a chiudere le falle con i nostri medici. A livello generale la situazione di transizione continuerà per tutto il 2023. Ne siamo consapevoli. Ma la carenza di medici non è certamente legata alla nostra volontà».
 

Ultimo aggiornamento: 11:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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