Il coronavirus fa paura: in ospedale a Treviso un ambulatorio dedicato

Lunedì 27 Gennaio 2020 di Mauro Favaro
Il coronavirus fa paura: in ospedale a Treviso un ambulatorio dedicato

TREVISO - Un ambulatorio al pronto soccorso dedicato al nuovo coronavirus cinese. L'ospedale di Treviso sta mettendo a punto un piano per individuare uno spazio specifico nell'area dell'emergenza-urgenza dove accogliere e isolare i pazienti nel momento in cui emerge il sospetto che possano essere stati colpiti dal coronavirus 2019-nCoV, variante della Sars, responsabile di pesanti polmoniti. Con particolare riguardo a chi è stato in Cina nelle ultime due settimane. L'idea è di ricavare un locale dedicato nel blocco degli ambulatori per i codici bianchi. In caso di emergenza, inoltre, l'Usl prenderà in considerazione anche l'ipotesi di creare due vie di accesso diverse al pronto soccorso di Treviso. Al momento, va sottolineato, non sono emersi casi sospetti. Le azioni rientrano nei piani di prevenzione. Il primo obiettivo quando si parla di salute è non farsi trovare impreparati in caso di necessità.

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L'ORGANIZZAZIONE
«Abbiamo fatto delle valutazioni organizzative per il pronto soccorso in relazione alla diffusione del nuovo coronavirus -conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria provinciale- puntiamo a ricavare un ambulatorio dedicato a eventuali casi sospetti nella zona dei codici bianchi, in modo che non ci siano contatti nella sala d'attesa aperta a tutti. Nello spazio in questione ci saranno i kit necessari per procedere con gli esami specifici». «In caso di emergenza, si potrebbe pensare a una via di accesso differenziata -aggiunge- ma fino a questo momento non è emerso nulla nella nostra zona. Auspichiamo che possa continuare così. Ovviamente, però, il nostro compito è di non farci trovare impreparati davanti a ogni possibile scenario».

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SINTOMI SIMIL-INFLUENZALI
Il Ca' Foncello, insomma, è in prima linea. In particolare con la Microbiologia diretta da Roberto Rigoli, una delle più grandi d'Italia, che ha già acquisito il sequenziamento genetico del coronavirus in questione. L'unità del Ca' Foncello l'ha raddoppiato -questo il termine tecnico- per evidenziarne ancora di più le caratteristiche. Verrà usato come metro di paragone per arrivare in poco tempo a diagnosi certe. Il periodo non è dei migliori. Siamo nel picco della stagione influenzale. Solo nell'ultima settimana sono stati costretti a letto 5mila trevigiani. E il nuovo coronavirus, partito da Wuhan, città cinese di 11 milioni di abitanti, inizialmente fa emergere sintomi del tutto compatibili con quelli delle sindromi simil-influenzali: febbre, tosse, mal di gola, dolore alle articolazioni e così via. Poi, però, il 2019-nCoV può far precipitare la situazione. «I sintomi più comuni includono febbre, tosse e difficoltà respiratorie -spiegano dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute- nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. La probabilità di introduzione del virus nell'Unione Europea è considerata moderata, anche se non può essere esclusa».

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LA SITUAZIONE
Ad oggi in Cina sono stati registrati 1.975 contagi.

Fino a questo momento hanno perso la vita 56 persone. E altre 324 sarebbero in condizioni critiche. Fuori dalla Cina si contano 45 persone contagiate. Con tre casi negli Stati Uniti e tre in Francia. Si sta tentando di arginare la diffusione. Il governo cinese ha sostanzialmente isolato Wuhan e chiuso il commercio di animali selvatici, dai quali sembra sia partito il coronavirus passato all'uomo. Il ministero della Salute ha allestito una task force dedicata al nuovo coronavirus con il compito di coordinare le iniziative 24 ore su 24. Anche il virologo Roberto Burioni è intervenuto sul tema. Pur senza scomodare scenari apocalittici, invita proprio a mettere in atto sistemi di prevenzione: «Spero di sbagliarmi ma non è improbabile -scrive sul sito MedicalFacts- che questo virus prima o poi arrivi anche in Italia e bisogna farsi trovare pronti. Non abbiamo cura, non abbiamo vaccino, ma abbiamo la possibilità di fare la diagnosi e di farla nel più breve tempo possibile e sfruttare questo vantaggio nei confronti del temibile virus». Nell'aeroporto di Fiumicino, intanto, è stato adottato un sistema per controllare lo stato di salute di tutti i passeggeri che scendono dai tre voli settimanali provenienti da Wuhan. E in tutto ciò anche l'ospedale di Treviso sta facendo la propria parte per farsi trovare pronto. Ovviamente con la speranza che non serva. 

Ultimo aggiornamento: 11:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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