Fuga da Ortopedia, reparto al collasso: il primario emigra a Bolzano e tre medici si licenziano

Venerdì 19 Novembre 2021 di Mauro Favaro
L'ospedale di Montebelluna

MONTEBELLUNA - Non c’è solo l’addio del primario. In pochi mesi il reparto di Ortopedia di Montebelluna arriverà a perdere quasi metà della propria equipe medica. Tre specialisti si sono già dimessi. E dal primo febbraio lascerà anche il direttore, Michael Kurt Memminger, per tornare a guidare il dipartimento di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale di Bolzano. Tra i medici usciti dal reparto del San Valentino c’è il dottor Dario Pilla, che a 57 anni, dopo una vita passata nelle corsie e nelle sale operatorie ortopediche, ha iniziato una nuova avventura da medico di famiglia a Castelfranco, prendendo il posto di Oriana Maschio, andata in pensione con tre anni di anticipo per dedicarsi all’attività privata.

LA MOTIVAZIONE
«Ho vissuto in prima persona il progressivo ridimensionamento dell’attività nell’ospedale di Castelfranco e il confinamento in quello di Montebelluna. Poi è arrivata l’emergenza Covid, e siamo rimasti tutti compressi – ha spiegato Pilla – in tutto ciò, dopo 25 anni se non c’è la possibilità di progredire si può anche pensare di cambiare orizzonte, con lo stesso impegno di sempre nei confronti dei pazienti».

Oltre a lui, proprio domenica scorsa ha lasciato anche il dottor Domenico Calisse, 51 anni. Dopo dodici anni di lavoro negli ospedali trevigiani, le sue dimissioni volontarie sono già state timbrate dall’Usl della Marca. E alla fine di quest’anno se ne andrà anche il dottor Sandro Tomei, 59 anni. Quest’ultimo ha inviato la comunicazione ai vertici dell’azienda sanitaria lo scorso 4 ottobre.

Aveva iniziato a lavorare negli ospedali della provincia quindici anni fa. Ora volta pagina, senza attendere la pensione. I nomi spiccano tra gli ultimi atti pubblicati dall’unità Gestione risorse umane dell’Usl della Marca. E a quanto pare sempre dall’unità di Ortopedia di Montebelluna ci sarebbe anche un altro specialista in uscita. Stiamo parlando di medici con contratto con l’azienda sanitaria trevigiana a tempo indeterminato. E l’andamento preoccupa non poco gli addetti ai lavori. A cominciare da chi opera nello stesso reparto. 

L’ANALISI
«A livello generale, stiamo vivendo una situazione di disagio. E’ un dato di fatto – spiega Pasquale Santoriello, chirurgo ortopedico, segretario Anaao-Assomed di Treviso – credo ad esempio che sulla scelta del primario non sia stato ininfluente il fatto che l’ospedale di Montebelluna è stato sostanzialmente trasformato in un Covid Hospital, pur non in modo ufficiale. I progetti sono completamente cambiati. Mentre a Castelfranco non si opera più. Anzi, c’è un pronto soccorso ortopedico, ma senza una sala operatoria di riferimento». «In tutto ciò, nell’intera provincia oggi ci sono 72 medici in meno rispetto al 2019 – conclude – come si può pretendere, in queste condizioni, di recuperare anche le prestazioni non urgenti saltate durante l’epidemia, per tornare agli stessi livelli del 2019?».
 

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