La mamma uccisa nel rogo e il cognato killer: la seconda dannata tragedia di Martina

Giovedì 4 Maggio 2023 di Giuliano Pavan
Martina Sandre

PAESE - «Sono stanca e senza parole. È stato un delitto del tutto inaspettato, come quello successo a mia mamma». Martina Sandre non si dà pace. E ieri sera, stremata, ha rivolto il suo pensiero ai figli cercando di elaborare un altro lutto, a suo dire, inspiegabile. Già, perché Martina è la moglie di Giancarlo Pestrin, fratello del killer Massimo e di una delle vittime, Lino, e cognato di Rosanna Trento. Ma è anche la figlia di Fiorella Sandre, la 74enne morta nell'incendio della casa dell'amica Franca Fava, avvenuto 10 giugno di tre anni fa e per il quale il marito di Franca, Sergio Miglioranza, è sotto processo per duplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

La prossima udienza del processo è in calendario martedì 9 maggio: lei si è costituita parte civile con l'avvocato Omar Bottaro.

IL RACCONTO
Martina Sandre ha passato il pomeriggio di ieri, 3 maggio, alla caserma dei carabinieri di Montebelluna assieme al marito. Dentro c'era il cognato, interrogato dagli inquirenti per il duplice omicidio. «Era ospite da noi da qualche giorno, dopo che si è separato dalla moglie - continua Martina - aveva cambiato lavoro da poco, trovando posto come guardia giurata alla Carniel. Non so cosa gli sia passato per la testa». Martina ha la voce provata: «Proveremo a capirne qualcosa di più anche noi nei prossimi giorni» afferma, segno che il delitto si è consumato senza che lei ne avesse il minimo presagio.

L'INCENDIO
A distanza di tre anni la donna è ripiombata dunque in un altro incubo. Sul proprio profilo social ha più volte scritto negli ultimi mesi le difficoltà di assistere al processo di Sergio Miglioranza: ogni udienza è come riaprire una ferita che Martina non vede rimarginarsi. Il 24 aprile scorso, su Facebook, aveva ricordato la mamma Fiorella: «Oggi avresti compiuto 77 anni - scrive - Manchi tantissimo». Scorrendo la pagina si trovano poi altri post che riguardano proprio il processo: «Pensavo che entro giugno finisse tutto, e invece no: se tutto va bene andremo a fine anno». Già, perché la corte d'assise del tribunale di Treviso ha disposto una super perizia sul rogo che ha strappato alla vita sia sua madre che Franca Fava. I tempi per arrivare a una sentenza, dunque, si sono allungati ancora. Circostanza che ha messo a dura prova la tenuta psicologica di martina che ora, suo malgrado, dovrà trovare la forza per affrontare anche questa seconda tragedia.

      

Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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