Fabrizio resta in carcere: «Lucidissimo e aggressivo, potrebbe uccidere ancora»

Mercoledì 30 Giugno 2021 di Serena De Salvador
Fabrizio Biscaro il 34enne che ha ucciso Elisa Campeol

MORIAGO - Fabrizio Biscaro è socialmente pericoloso e per questo resterà in carcere. Lo ha stabilito l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Marco Biagetti e notificata ieri al legale del 34enne accusato dellomicidio volontario e premeditato della 35enne Elisa Campeol, avvenuto mercoledì 23 giugno all’Isola dei morti di Moriago.

L’uomo, affetto da profondi disagi di natura psichica, per il momento resterà dunque recluso nel carcere di Santa Bona, piantonato e isolato. Oggi, mercoledì 30 giugno,invece, a una settimana esatta dal delitto, il patologo Alberto Furlanetto eseguirà alle 10.30 l’autopsia sul corpo della vittima.

LE MOTIVAZIONI
Nelle quattro pagine dell’ordinanza, il Gip ha elencato le motivazioni che hanno spinto a decidere di far rimanere in cella Biscaro, residente a Col San Martino e difeso dall’avvocato Rosa Parenti. Innanzitutto non vi sono dubbi sulla paternità dell’omicidio: è stato lo stesso Biscaro, immediatamente dopo aver trucidato Elisa lungo il Piave, a salire in auto e a dirigersi alla caserma dei carabinieri di Valdobbiadene. Un reo confesso dunque, che fin dal primo momento ha ammesso la sua piena e unica responsabilità. Inoltre il pubblico ministero Gabriella Cama gli ha anche contestato la premeditazione del gesto. Già la mattina del martedì, più di 24 ore prima del delitto, Biscaro si era organizzato per colpire. Aveva preso da casa uno zaino con il necessario per passare una notte fuori, aveva acquistato il coltellaccio da cucina al Conad di Valdobbiadene, era anche stato una prima volta proprio all’Isola dei morti. Forse già per cercare una vittima, forse per sondare il terreno e tornare a colpire quando la zona fosse stata più tranquilla. Oltre al già grave quadro emerso nei giorni scorsi, ieri è anche stato messo nero su bianco il fatto che il 34enne rappresenta un pericolo per gli altri e potrebbe tornare a fare del male. Visto il suo grave stato psichico, che lo rende lucidissimo ma con tendenze compulsive e un’aggressività che si è dimostrata incontrollabile, il giudice ha ritenuto che fosse necessaria un’osservazione costante. L’alternativa d’altronde poteva essere solo quella di una struttura specializzata, ma la disponibilità di questi luoghi è risicatissima.

GLI ACCERTAMENTI
Stamattina alle 10.30 si svolge invece l’autopsia sul cadavere di Elisa Campeol. I primi esami esterni hanno permesso di individuare una ventina di coltellate, fra quelle inferte al tronco e al collo per uccidere e quelle rimediate dalla vittima alle braccia nell’estremo tentativo di difendersi. Il quadro dell’aggressione è già piuttosto chiaro, anche a fronte della precisissima ricostruzione fornita dal killer. Ma l’esame odierno avrà il compito di fugare ogni dubbio. Sarà stabilito esattamente quanti fendenti abbiano colpito la donna e quale (o quali) si sia rivelato mortale. La principale indiziata è una ferita inferta alla schiena che le avrebbe perforato un polmone, una delle prime e più violente inferte da Biscaro. Vi sono però anche importanti tagli nella zona del collo, oltre a quello che le ha mozzato un orecchio tranciando anche una ciocca di capelli. Un macabro trofeo che l’assassino ha prelevato «Per tenere con me qualcosa di lei» e conservato con cura in un sacchetto fino a quando ha dovuto consegnarlo ai carabinieri. Dubbi sul fatto che quel lembo di cartilagine appartenga a Elisa, trovata mutilata proprio di un orecchio, non ve ne sono. Tuttavia l’autopsia accerterà scientificamente anche che il feticcio appartenga proprio alla vittima. Infine si stabilirà la compatibilità delle ferite con il coltello consegnato da Biscaro, una lama per arrosti della lunghezza di 20 centimetri. Dopo gli esiti dell’autopsia verrà formalizzata richiesta per l’incidente probatorio e per la perizia psichiatrica, che deciderà la futura permanenza di Biscaro in carcere o in una struttura.
 

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