Omicidio di Maserada. L'assassino davanti al giudice: «Aymen aveva un coltello, mi ha detto "O mi dai la droga o ti uccido"»

Sabato 13 Maggio 2023 di Lucia Russo
Omicidio di Maserada. L'assassino davanti al giudice

TREVISO - «Aymen aveva un coltello, mi ha detto "O mi dai la droga o ti uccido". Così anch'io ho tirato fuori il mio coltello». Rimane in carcere Elia Fiorindi, 18 anni di Treviso che ha accoltellato e ucciso Aymen Adda Benameur, 17enne di origini algerine. Ma il giudice si è riservato 48 ore per decidere la misura cautelare alla luce dei nuovi sviluppi sulla vicenda. La richiesta dell'avvocato Fabio Crea è quella di valutare la legittima difesa

«Dammi la droga o ti ammazzo». Poi i colpi mortali

Non uno bensì due coltelli al centro della lite tra i due giovanissimi dove ha avuto la peggio Aymen. Stando alla ricostruzione di Fiorindi fatta questa mattina, 13 maggio, nell'udienza di convalida dell'arresto avvenuta a porte chiuse nel tribunale di Treviso, entrambi avevano un coltello in mano e la sua sarebbe stata una reazione ad un tentativo di Aymen di farsi dare la droga, qualche grammo di hashish, senza pagare. «Elia ha ribadito quello che aveva già detto nell'immediatezza davanti al Pubblico ministero - sottolinea l'avvocato Fabio Crea che assiste Fiorindi -. Ha evidenziato che era stato portato in un luogo appartato su richiesta del ragazzo poi deceduto e che nel momento in cui sono giunti in questo luogo, Aymen ha tirato fuori un coltello - questa è sempre la ricostruzione fornita dall'avvocato Crea - con il quale ha minacciato Elia di ucciderlo se non gli avesse dato la droga che evidentemente non voleva pagare».

Da qui la lite ravvicinata con i coltelli in mano. 

Ma se il coltello usato per uccidere Aymen è stato trovato, non c'è traccia di quello che il giovane avrebbe sfoderato per primo

«Elia in quel momento, sentendosi impaurito, ha tirato fuori il coltello che aveva portato da casa e nella colluttazione si sono determinati i colpi fatali - continua l'avvocato -. Ha anche detto che la colluttazione non è avvenuta sul prato bensì dietro il tendone della sagra. Sono arrivati solo successivamente sul prato, quando Elia è scappato e la vittima lo ha inseguito. Circostanza confermata anche dagli amici della vittima che sono arrivati sul posto e che lo avevano visto ancora in piedi». 

Il giallo del cellulare e del coltello mancante

Alla luce di questi nuovi elementi, il legale Crea punta ad ottenere la legittima difesa. «Per ottenerla dobbiamo dare degli elementi importanti che possono anche essere relativi ad una presunzione nella ricostruzione dei fatti - spiega l'avvocato -. Ci sono due elementi che ritengo molto importanti e sui quali anche il pm converge. Innanzitutto il fatto che sia stata la vittima a chiedere ad Elia di appartarsi in un luogo isolato e questo è un elemento che difficilmente si giustifica. Secondo noi è una ricostruzione compatibile con quello che ha raccontato Elia ovvero, di essere stato portato in un luogo isolato e del tentativo di subire la rapina. Il secondo elemento. E' vero che manca il coltello di cui ha parlato Elia e che sarebbe stato in possesso della vittima però lo stesso pubblico ministero ha detto al giudice, a seguito delle mie richieste di riconoscimento della legittima difesa, che non abbiamo elementi certi ma che è plausibile la sua ricostruzione tenendo conto del fatto che è stato condotto in questo luogo isolato dalla vittima e in secondo luogo che, se è vero che non si trova il coltello, non si trova neanche il cellulare del ragazzo deceduto. L'assenza del telefono della vittima è un elemento che da' plausibilità alla ricostruzione».

Il filmato con la mimica facciale: «Elia era sconvolto»

L'avvocato fuori dall'aula, nella ricostruzione di quanto accaduto, parla anche di un filmato già acquisito come prova, che ritrae il momento in cui Elia (e altri due amici poi scagionati) è stato portato in caserma per essere interrogato. Nelle immagini anche i pochi istanti in cui i Carabinieri hanno comunicato al 18enne che Aymen era morto. «In un dvd ci sono le riprese che i carabinieri hanno fatto nell'immediatezza dell'arresto di Elia - sottoliena Crea - Il pm ha dato atto, dichiarando che Elia non sapeva neanche di averlo ucciso, che in quel video, quando il Carabinieri dice ad Elia che Aymen è morto, lui ha avuto un'espressione sorpresa e assolutamente sconvolta. Questa espressione di Elia denota in maniera incontrovertibile che lui non sapesse che lo aveva ucciso. Il giudice ritenendo importante la visione del video, si è riservato 48 ore per decidere la misura cautelare».

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Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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