Francesco Favaretto ucciso a 22 anni, i trapper Ozuna e Mclinkspual, la "crew” e le canzoni contro i "nemici". Ecco chi sono

Nei loro testi messaggi carichi di odio. Il sudamericano ha negato di aver usato il coltello

venerdì 27 dicembre 2024 di Luca Vecellio
Francesco Favaretto ucciso a 22 anni, i trapper Ozuna e Mclinkspual, la "crew” e le canzoni contro i "nemici". Ecco chi sono

TREVISO - “Vuoi fare il gangster ma non ti fai avanti, se ti becco ti abuso in un angolo” e “Occhio babbo a cosa vai incontro, gioca bene l’ultima carta, sennò qui si finisce a terra, con una spranga chiodata in testa”. Un fraseggio che, guardando le visualizzazione dei video sui social del gruppo di trapper Genesis (tra loro canta anche Kora.4l, alias Angelo Riccardo Ozuna) sembra persino stare in piedi. Ora però non si parla di musica, ma di un omicidio. Così assieme a Toluwaloju Ade Mclinkspual, di 19 anni, è tra i principali indiziati per l’omicidio di Francesco Favaretto il 12 dicembre scorso in via Castelmenardo: volti non nuovi in paese, i loro, che alcuni esercenti del centro riconoscono dalle fotografie, più che dal nome.

Assieme a loro, un ragazzo di 15 anni trevigiano di seconda generazione, minorenne, a cui viene attribuito il reato di omicidio e rapina. Un’altra ragazza è attualmente indagata per omicidio, tutti gli altri aggressori (in totale dieci) per rapina.

Ponte di Piave

Toluwaloju Ade, che deve il suo nome alle origini nigeriane della sua famiglia, risiede a Ponte di Piave con tre fratelli, alcuni dei quali minori, mamma e papà. Inizialmente la famiglia viveva a Villorba, dove la madre gestisce un negozio di articoli africani, che in questi giorni è chiuso, ma che spesso rimaneva aperto fino a tardi. Il padre, invece, risulta essere disoccupato e invalido: è stato pastore della chiesa evangelica e la famiglia, in passato, ha organizzato messe e cerimonie religiose per altri fedeli. Se a Villorba, anche in piazza, la coppia è piuttosto conosciuta, nel nuovo quartiere, a Ponte di Piave, in pochi sanno della loro presenza: la casa che hanno preso in affitto, sotto alla strada principale e nell’area della golena del Piave, è isolata e in condizioni in apparenza fatiscenti. Toluwaloju aveva frequentato il Giorgi di Treviso. «Sto malissimo, prendo 21 pastiglie al giorno e ora succede anche questo - spiega padre Ade Mclinkspual, dicendo di non sapere nulla su quanto avvenuto a suo figlio nei giorni scorsi. - Mi ha chiamato il papà del 15enne che è coinvolto nei fatti per chiedermi se sapevo qualcosa. Poi mi ha chiamato un investigatore per conoscere il numero di mio figlio e io gliel’ho dato. Ma io ora so solo che mio figlio è in carcere e io non riesco a capirne il motivo. Mia moglie non parla e non mangia da due giorni». Davanti al gip Carlo Colombo, Mclinkspual ha indicato le proprie responsabilità nel contesto dell’aggressione.

Santa Bona

A 18 anni Angelo Riccardo Ozuna aveva deciso di interrompere gli studi per trovare lavoro: da pochi mesi lavorava in prova per una ditta operante nel settore edile e, al momento della notifica del suo arresto, si trovava a Cremona. Un tempo appassionato di videogiochi e di brand firmati, sui social dà un’immagine di sé che fino al 2021 sembra rimanere legata alla famiglia, agli hobby, alle passioni, ma che più recentemente lo mostra in pose più minacciose, forse soltanto facenti parte di una cultura di strada profondamente legata al mondo del trap: su TikTok spopola, con migliaia di visualizzazioni. Assieme ad altri ragazzi italiani e stranieri - forse proprio la sua gang - si fa riprendere in video musicali ricchi di fraseggi minacciosi, in cui esprime tutta la propria capacità repressiva nei confronti di chi lo ostacola, ma anche contro la società e persino la polizia. In alcuni video su TikTok si vedono chiaramente degli stupefacenti, dell’alcol, ma anche tanti, tantissimi minorenni.

Ora che è in carcere a Santa Bona, Ozuna si è detto estraneo ai momenti più violenti dell’omicidio: «Si è allontanato proprio per non avere problemi poi anche con il lavoro» ha spiegato il suo avvocato, Alessandra Rech, che ha richiesto misure cautelari attenuate, anche considerando che il giovane vive da solo con la madre. Il gip ha negato gli arresti domiciliari sia a lui che a Toluwaloju: i due hanno trascorso quindi il giorno di Natale in detenzione, così come il 15enne, nella sezione del carcere minorile. Ai genitori è stato accordato di poterli incontrare in un colloquio.

Ultimo aggiornamento: 18:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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