Cisti alle ovaie, si cura ​con l'omeopatia per tre anni: rischia di morire

Giovedì 30 Agosto 2018 di Mauro Favaro
Cisti alle ovaie, si cura con l'omeopatia per tre anni: rischia di morire
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TREVISO - Aveva sviluppato delle cisti alle ovaie. Ma non è corsa subito al pronto soccorso. Dopo aver avvertito che c'era qualcosa che non andava, si è rivolta a un medico omeopata. E per tre anni ha seguito i suoi consigli provando a curarsi con erbe e con prodotti naturali. Tutto, però, si è rivelato inutile. La donna, una 50enne della zona di Conegliano, è arrivata a rischiare la vita. L'omeopatia non ha fermato lo sviluppo delle cisti. Queste hanno continuato a ingrossarsi. Fino a diventare enormi. Solo a quel punto, scossa e impaurita, ha deciso di chiedere aiuto al pronto soccorso. Giusto in tempo. In ospedale è stata portata sotto i ferri nel giro di poche ore.  Avesse aspettato un altro po', il problema avrebbe potuto diventare irreparabile. A svelare l'incredibile caso è Salvo Di Grazia, specialista in Ginecologia in servizio negli ospedali dell'ex Usl di Conegliano e Vittorio Veneto: «Si è rivolta a me una signora con un problema abbastanza grave alle ovaie racconta il medico mi ha detto che prima di venire in ospedale era andata da un medico omeopata e che si era curata con l'omeopatia per due o tre anni. In questo lasso di tempo le cisti ovariche sono diventate enormi. Solo quando ha avvertito disturbi seri si è convinta a lasciare l'omeopatia e a chiedere aiuto al pronto soccorso. Questo è un caso eclatante, ma i medici vedono episodi simili quasi ogni giorno». 
IN CITTÀUn altro caso era emerso solo alla fine dell'anno scorso a Treviso. Nel mese di novembre si era presentata al pronto soccorso una 55enne del capoluogo con un grosso nodulo al seno. Stava crescendo già da diversi mesi. In poco tempo era arrivato a misurare 5 centimetri. Lei, però, non era mai andata dal medico. Aveva continuato a vivere come se non avesse avuto piena coscienza del tumore che si stava espandendo all'interno del suo corpo. Solo alla fine, ormai stremata, è andata al Ca' Foncello. È stata ricoverata nel reparto di Medicina d'urgenza. Ma a quel punto non c'era più niente da fare. Le metastasi avevano già intaccato praticamente tutti gli organi. E nei primi giorni di dicembre il suo cuore ha smesso di battere. 
IN RITARDO«Purtroppo capita di frequente di vedere persone che si rivolgono all'ospedale solo dopo aver inutilmente tentato di curarsi con l'omeopatia, magari anche per anni sottolinea Di Grazia arrivano al pronto soccorso solo quando il problema diventa ormai insopportabile. E spesso tacciono il fatto di aver provato a curarsi con prodotti naturali. Non dico che si vergognino, ma tentano di sorvolare perché a quel punto si rendono conto di aver fatto una cosa grave». «Praticamente ogni medico nel corso della sua attività ha avuto a che fare che persone che hanno provato a curarsi solo con l'omeopatia aggiunge si va dai problemi più banali alle malattie più gravi. Non è una cosa che deve sbalordire. Se un paziente si rivolge a un medico omeopata, segue quello che gli viene detto. Si fida perché è pur sempre un medico che parla». 
LA BATTAGLIADi Grazia porta avanti da tempo una battaglia contro l'omeopatia. È stato proprio lui a mettere nero su bianco la presa di posizione della federazione nazionale degli Ordini dei medici sulle cosiddette cure naturali: «Allo stato attuale non ci sono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche secondo i canoni classici della ricerca scientifica ha scritto nella rubrica online ufficiale Dottoremaeveroche.it diversi studi condotti con una metodologia rigorosa hanno evidenziato che nessuna patologia ottiene miglioramenti o guarigioni grazie ai rimedi omeopatici». Fatto sta, però, che ci sono medici che si definiscono a pieno titolo anche omeopati. E non c'è alcun divieto.
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