Incinta, murata in casa e violentata: suocero a processo

Venerdì 27 Novembre 2020
Incinta, murata in casa e violentata: suocero a processo
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ODERZO - Murata in casa, vessata dal punto di vista psicologico, fisico e soprattutto costretta a subire le attenzioni sessuali di uno dei suoi aguzzini malgrado fosse in gravidanza. È sconvolgente la storia che sta dietro al processo che ha preso il via ieri di fronte al Tribunale di Treviso, in composizione collegiale, e che vede alla sbarra, accusati di maltrattamenti familiari, lesioni aggravate e violenza sessuale, marito e suocero.

La moglie ha trovato il coraggio di denunciare lo stato di totale asservimento in cui era stata ridotta ma non si è costituita come parte civile.

IL DRAMMA La vicenda è venuta alla luce nel giugno di quest'anno. S.M e P.R, 27 e 57 anni, entrambi cittadini del Bangladesh, dell'opitergino, sono i protagonisti, tutti e due conviventi con la parte offesa, bengalese come loro. Alla donna, che ha poco più di 20 anni, veniva impedito di avere contatti con soggetti che non fossero i suoi familiari, le veniva impedito di spostarsi liberamente e da sola, di integrarsi nel tessuto sociale che l'aveva accolta e soprattutto di imparare la lingua italiana. Per assicurarsi la più totale obbedienza marito e suocero arrivavano a chiuderla a chiave in casa quando si recavano sul posto di lavoro. Umiliata con frasi ingiuriose e dispregiative veniva frequentemente picchiata dal marito, S.M, che la riempiva di schiaffi al viso e alla testa, le tirava i capelli. Situazioni che degeneravano quando il giovane abusava di alcolici, come quando, completamente ubriaco, un giorno la prende, la strattona, l'afferra per un braccio appoggiandolo su una pentola bollente che stava sui fuochi della cucina, procurandole una vistosa ustione.

L'ACCUSA Ma è il padre quello su cui ricade la responsabilità di aver tentato, nei confronti della nuora che al tempo in cui si sono svolti i fatti era incinta, la violenza sessuale. Accusandola di essere una poco di buono P.R., intorno al maggio del 2020, approccia la donna con dei modi che lasciano poco alla fantasia. In una occasione le si sarebbe avvicinato improvvisamente, baciandola ripetutamente. In un'altra invece l'avrebbe trascinata in camera, buttata sul letto matrimoniale. Poi si sarebbe assicurato di averla bloccata e avrebbe cominciato a toccarla e palparla, provando anche a toglierle i vestiti di dosso. Gli avvocati di padre e figlio, Giulia Garbo e Alice Lucchese, sostengono invece che si sarebbe trattato di incomprensioni nell'ambito di una vicenda familiare molto complessa. L'udienza di oggi è stata aggiornata al febbraio prossimo per l'avvio della fase istruttoria.

Ultimo aggiornamento: 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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