Immobiliarista dichiara 25mila euro,
ma ha 25 case e una Ferrari

Mercoledì 19 Febbraio 2014 di Andrea Zambenedetti
Roberto Lorenzon e una Ferrari Modena
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ODERZO (TREVISO) - Gli sono stati sequestrati 25 appartamenti e una Ferrari. Secondo la Guardia di Finanza non avrebbe dichiarato redditi per oltre 2,3 milioni di euro evadendo l'Iva per altri 130mila.



Nei guai il 70enne di Ponte di Piave Roberto Lorenzon, legale rappresentate di una società immobiliare che nell'opitergino-mottense ha 28 appartamenti, 12 tra capannoni industriali e negozi e 15mila metri quadrati di terreni, in parte edificabili.



A denunciarlo alla procura della Repubblica la Finanza di Oderzo che lo accusa di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e documenti per operazioni inesistenti.



«Si tratta di una maxi evasione fiscale a fronte di una dichiarazione dei redditi del nucleo familiare di 25mila euro l’anno - ha spiegato il comandante delle Fiamme gialle di Conegliano Salvatore Lo Gatto - realizzata da un lato attraverso l'utilizzo di fatture false, in totale 160 per un ammontare complessivo di 700mila euro, dall'altro attraverso l'omessa dichiarazione di ingenti ricavi derivanti dall'attività di locazione immobiliare».



Secondo i finanzieri la società avrebbe omesso di registrare i contratti di locazione e quindi di dichiarare i relativi canoni. Gli inquirenti accusano anche l'imprenditore di usare l'azienda per scaricare le spese sostenute a fini personali e familiari e pertanto contestano l'omessa dichiarazione di 1 milione e 600mila euro di ricavi, l'indebita detrazione di Iva per 122mila euro oltre all'indebita deduzione di altri costi per 38mila euro.



Cifre davanti alle quali la Procura, con il pm Giovanni Valmassoi, ha ottenuto il sequestro delle 25 unità operative e di una Ferrari 360 Modena, auto il cui valore è stimato in 45mila euro. Ma a queste accuse, Lorenzon, una vita passata a lavorare prima nell'azienda agricola poi come imprenditore, replica a muso duro: «Neanche in due vite si possono accumulare tutti quei soldi».



Nel mirino sono finiti anche alcuni investimenti all'estero fatti da Lorenzon, in particolare un albergo in Brasile, che non risultano dichiarati in Italia. «Dimostreremo la buona fede delle operazioni -aggiunge Paolo Salandin, legale di Lorenzon - L'indagine è scattata per delle fatture non riconosciute dai fornitori, visto che Lorenzon si avvaleva di due persone, un architetto e un faccendiere, per commissionare i lavori. Sarà importante sentire anche la loro versione dei fatti. E proveremo che i lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti, documentando tutto con delle foto. Quanto ai contratti non registrati è possibile che il mio assistito abbia commesso degli errori, ma in tal caso stiamo parlando di mancati versamenti per importi molto distanti da quelli contestati».
Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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