Concussione in obitorio, chiedeva soldi per vestire i morti: operatore a processo

Venerdì 28 Gennaio 2022 di Maria Elena Pattaro
L'obitorio di Oderzo

ODERZO - Per vestire i cadaveri chiedeva delle mance alle imprese funebri: 10, 20 a volte anche 30 euro. Somme che hanno fatto finire alla sbarra un operatore dell'obitorio di Oderzo, ora in pensione.

L'accusa per P. C. è pesantissima: concussione. «Una volta mi ha fatto notare che gli dovevo dei soldi davanti ai parenti del defunto» - ha raccontato in aula uno degli impresari funebri coinvolti loro malgrado in questo giro di elargizioni. E' iniziato ieri mattina, di fronte al collegio del tribunale di Treviso, il processo che lo vede imputato per fatti risalenti al periodo compreso tra il 2015 e il 2017. A far scoppiare il caso era stata la denuncia del titolare di un'agenzia funebre, stanco delle continue richieste avanzate dal necroforo per la vestizione sia delle persone decedute tra le mura dell'ospedale, sia per le salme esterne. L'imputato avrebbe motivato la richiesta sostenendo che quel compito non spettava a lui. Una sorta di ricompensa per il disturbo.

LE ELARGIZIONI
Tre i testimoni dell'accusa, tra impresari funebri e dipendenti delle agenzie, sentiti ieri in aula. E se per qualche impresario di trattava di «qualche spicciolo per il caffè, al massimo 10 euro e la storia finiva lì», il collega da cui era partita la denuncia ha descritto una situazione più strutturata: «Chiedeva delle mance per la vestizione delle salme esterne. Poi ha iniziato a chiedere somme anche per quelle di persone decedute in ospedale. Non ero disposto a dargliele e a quel punto il rapporto si è incrinato, tanto che in un'occasione ha composto la salma di una defunta in modo impresentabile. E in un'altra occasione mi ha fatto notare davanti ai familiari del defunto che avanzava dei soldi». Un episodio, quest'ultimo riferito anche da un altro teste.

SOMME NON DOVUTE
L'impresario che si era ribellato, aveva messo al corrente delle elargizioni il direttore sanitario dell'ospedale, da cui aveva ricevuto la conferma che nessuna somma era dovuta agli operatori dell'obitorio. Il processo è stato rinviato al 24 marzo, giorno in cui verranno sentiti gli ultimi due testimoni dell'accusa, per i quali è stato disposto l'accompagnamento coatto, e quelli della difesa.
 

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 08:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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