Giorgia blinda Nordio: «Piena fiducia in lui, avanti sulla Giustizia»

Lunedì 23 Gennaio 2023 di Emilio Pucci
Giorgia blinda Nordio: «Piena fiducia in lui, avanti sulla Giustizia

Scende in campo direttamente Giorgia Meloni per blindare Carlo Nordio, Guardasigilli che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale hanno fatto sapere da palazzo Chigi «mantiene contatti quotidiani». «Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia», la sottolineatura del premier.

Meloni si incontrerà in settimana con Nordio per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana: «Il governo è determinato il messaggio a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all'Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese». Un segnale, quindi, per rispedire al mittente chi parla di cortocircuito nel centrodestra ma anche per compattare la maggioranza e per far capire che sarà lei, da presidente del Consiglio a mettere ordine nella lista delle priorità.


IL CAV
Ma in maniera ancora più energica si appresta ad intervenire Silvio Berlusconi. Il Cavaliere considera l'ex pm veneziano un vero garantista, la figura che incarna al meglio il credo liberale di Forza Italia. E intende sostenerne l'azione senza se e senza ma. A costo di scontrarsi, non con l'intera magistratura, ma con quei settori politicizzati delle toghe che, a suo dire, da sempre frenano sulla riforma della giustizia. Per il presidente azzurro la riforma è il punto cruciale del programma: «Occorre dare maggiori tutele agli italiani, abbattere il sistema delle correnti di sinistra, combattere i giustizialisti», ha spiegato in questi giorni ai suoi interlocutori. Utilizzando parole d'elogio nei confronti dei magistrati imparziali e mettendo, allo stesso tempo, nel mirino chi usa il sistema delle intercettazioni per colpire gli avversari politici. Come succede in Cina, ha spiegato ai suoi. Ecco il motivo per cui il Cavaliere sul tema degli ascolti ha una posizione netta: non vanno toccate per i processi di mafia e terrorismo ma serve la mano pesante contro chi attenta alla libertà, contro chi origlia non ai fini delle indagini ma per intrufolarsi nella privacy degli italiani per trattarli alla stregua di terroristi. «Basta con gli abusi che spesso hanno rovinato la vita sociale e politica di molte persone», dice la capogruppo di FI al Senato, Licia Ronzulli. Sulla necessità di punire gli abusi è d'accordo anche Matteo Salvini che ieri è tornato ad indossare i panni del pompiere: «Nessuno scontro tra i poteri dello Stato. La riforma della giustizia deve essere fatta con gli avvocati ed i magistrati, non contro qualcuno». Ora il dibattito si sposta sull'agenda. All'orizzonte c'è una serie di disegni di legge governativi su varie materie, si partirà ai primi di marzo con un provvedimento sul traffico delle influenze e sull'abuso di ufficio.


LA MAGGIORANZA
Ma su questo tema ci sono sensibilità diverse: FI e Lega sono d'accordo con Nordio, puntano ad un intervento capillare sulla cosiddetta «paura della firma»; Fdi vuole una modifica della legge, paletti più stringenti, non l'abolizione del reato. Ma all'interno della maggioranza la tesi è che sul dossier della giustizia ci sono incomprensioni più nella forma che nella sostanza e che si troverà l'intesa. La Lega punta a correggere ulteriormente le due riforme Cartabia, quella civile e quella penale, e a norme per rendere ancora più incisiva la lotta alla criminalità. «Ma non c'è fretta, basta fughe in avanti», osserva uno dei big ex lumbard. FI preme, chiede che il governo prepari al più presto un pacchetto di misure, mentre Fdi vuole rafforzare il dialogo con il ministro Nordio. Ecco uno dei motivi per cui si è fatta sentire la premier che vuole seguire in prima persona, passo dopo passo, l'operato su questo fronte. Il partito più rappresentativo della maggioranza non intende cedere a nessuno la delega su uno dei dossier più delicati della legislatura ma non ha alcuna intenzione di prendere le distanze dal Guardasigilli. «Nordio è un fuoriclasse», dice Carolina Varchi, capogruppo di Fdi in commissione Giustizia alla Camera. «Non è assolutamente solo. Siamo sulla stessa barca», afferma il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ribadendo di non voler mettere alcun bavaglio alla stampa. «Siamo d'accordo con lui», sostiene il capogruppo di Fdi a Montecitorio, Tommaso Foti. Sostegno al ministro arriva anche dal Terzo Polo. «Vada avanti con convinzione», rilancia Enrico Costa di Azione. Critici, invece, M5S e la candidata alla guida del Pd Elly Schlein: sulle intercettazioni «non servono altre leggi».
 

Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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