No vax, infermieri in rivolta: «Basta minacce, rifiutare il vaccino si può»

Martedì 23 Febbraio 2021
No vax, infermieri in rivolta: «Basta minacce, rifiutare il vaccino si può»
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TREVISO - Se il vaccino anti Covid non viene reso ufficialmente obbligatorio per medici, infermieri e operatori è inutile paventare possibili sanzioni. Questa la posizione del sindacato degli infermieri Nursing Up.

Il riferimento è in primis alla provocazione arrivata da Samanta Grossi, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Treviso, che ha suggerito di far lavorare nei reparti Covid gli operatori della sanità che senza valido motivo scelgono di non vaccinarsi. Ma non piace nemmeno la linea dell'Usl, che ha deciso di segnalare agli ordini professionali eventuali niet alle vaccinazioni per far valutare l'apertura di procedimenti disciplinari per il mancato rispetto delle indicazioni deontologiche, rischiando anche la sospensione.


«Grossi non si limita a proporre la sua opinione e a dare buone motivazioni per indurre a positivi propositi i suoi associati, ma si lancia oltre l'ostacolo, ipotizzando addirittura punizioni e sanzioni spiega il segretario Guerrino Silvestrini, ci sembra improprio frustare ancor prima di cercare di comprendere le ragioni di quanti, per timore o per questioni di salute personale, abbiano fatto una scelta pur sempre criticabile, ma che rientra negli ambiti della libertà e volontarietà che le norme legislative acconsentono».

Di seguito, si punta l'azienda sanitaria: «Il direttore generale lascia poco spazio discrezionale al personale che non ha ancora aderito al programma vaccinale continua il segretario di Nursing Up, ricordiamo che il personale in tutto il periodo Covid ha salvaguardato la salute e l'incolumità dei cittadini, anche mettendo a rischio la propria e tappando le falle del sistema sanitario, riguardo alla carenza di dispositivi di protezione individuale e alla carenza di personale, senza alcuna remora». «Pur ritenendo le vaccinazioni una grande opportunità di difesa della salute collettiva conclude Silvestrini ribadiamo come simili affermazioni, che pesano su libertà garantite dalla legge, debbano essere attentamente soppesate per non creare ansie, difficoltà e ulteriori situazioni di disagio. Sarebbe opportuno attendere una evoluzione della discussione e delle determinazioni su tali tematiche dagli organi preposti a livello nazionale».


M.Fav.

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