No vax, stangata della questura a 100 manifestanti: «Tolleranza zero»

Lunedì 6 Settembre 2021 di Maria Elena Pattaro
Il questore di Treviso Vito Montaruli
9

TREVISO - Stangata della questura al popolo “no vax” e “no Green pass” che in questi mesi è sceso nelle piazze di Treviso e provincia. Gli organizzatori finiscono sotto inchiesta per manifestazioni non autorizzate. E scattano anche le multe per i manifestanti che hanno violato le norme anti Covid: un centinaio quelle appioppate finora, ma il numero è destinato ad aumentare. Il fronte dei ribelli sta creando non poche tensioni in città, con le minacce reiterate al sindaco Mario Conte, su cui indaga la polizia locale, e le ritorsioni contro gli esercenti che hanno chiesto di spostare altrove i sit-in di protesta così da non penalizzare ulteriormente gli affari. In questo quadro, il messaggio del questore Vito Montaruli è chiaro: «Chi non rispetta le regole viene sanzionato.

Non possiamo incrementare le occasioni di contagio». 

Medico di base no vax sospeso, pazienti in piazza per solidarietà


Signor questore, quante denunce sono scattate finora? 
«Una quindicina di carattere penale relative al divieto di manifestazioni per le iniziative che non erano state preavvisate. Abbiamo individuato gli organizzatori: persone comuni, che fanno parte di realtà del territorio. Non abbiamo riscontrato ingerenze da fuori provincia. In parallelo sono scattate denunce per le violazioni alla normativa anti Covid. E cioè: mancato rispetto del distanziamento e del divieto di assembramenti, violazione dell’obbligo di indossare la mascherina. In questo caso la sanzione prevista è di carattere amministrativo e va da un minimo di 400 a un massimo di mille euro. L’obbligo di manifestare in forma statica anziché dinamica è stato invece sempre rispettato». 


Il fronte “no vax - no Green Pass” è molto variegato e raccoglie anche frange estremiste. A Treviso avete riscontrato infiltrazioni dell’estrema destra come è successo altrove, a Padova per esempio?
«Premetto che qui le manifestazioni non sono mai sfociate in atti di violenza. Le abbiamo sempre monitorate con attenzione, insieme alla altre forze dell’ordine. Non abbiamo riscontrato infiltrazioni di questo tipo. E se ci sono state, sono rimaste isolate, senza mai turbare l’andamento stesso delle manifestazioni. Possono aver aderito singoli militanti di realtà di frange estremiste, ma fortunatamente nella Marca le proteste non hanno avuto gli esiti visti in altre città italiane». 


In centro a Treviso ormai le proteste sono un appuntamento settimanale...
«Sì. Nella Marca le manifestazioni si sono intensificate a partire dalla primavera. Ricordo il caso di Vittorio Veneto, quando le iniziative erano state sottoposte a divieti, viste le restrizioni che all’epoca erano in vigore per arginare i contagi da Covid-19. C’era stato un tentativo di violare il divieto da parte degli organizzatori ma è stato immediatamente bloccato e poi si è proceduto a norma di legge. Abbiamo fatto rispettare la prescrizione grazie a un articolato servizio di ordine pubblico. Anche negli ultimi mesi abbiamo assistito a molte proteste di piazza, alcune non preavvisate, altre sì. Vista l’emergenza Covid in atto, tutte le manifestazioni sono soggette a restrizioni in cui si richiama al rispetto della normativa vigente e quindi: divieto di manifestare in forma dinamica e l’obbligo di rispettare le regole anti Covid. Fortunatamente tutte le proteste si sono svolte in modo pacifico». 


Ma a volte i toni dei “ribelli” si alzano tanto da sfiorare l’illecito con amministratori ed esercenti minacciati o puniti con recensioni negative, come è successo a due locali del centro. State monitorando anche questo fronte?
«Finora non abbiamo ricevuto querele di cittadini bersaglio dei “no Green pass”. Di fronte a situazioni del genere invito caldamente a denunciare. I canali Telegram e le chat usate per coordinare le azioni sono oggetto di un attento monitoraggio da parte dei nostri organismi centrali, oltre che della Digos e della polizia postale».

 
Che appello vuole fare al popolo “no pass”?
«Nel manifestare rispettino gli obblighi di legge e le norme anti Covid. Non faremo sconti. Il rischio di contrarre il Covid è già abbastanza elevato, non è proprio il caso di creare ulteriori occasioni di contagio».

Ultimo aggiornamento: 17:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci