No Vax in tre case di riposo, contagiati sanitari e ospiti: 20 positivi

Mercoledì 31 Marzo 2021 di Mauro Favaro
Un esterno di casa Fenzi
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TREVISO - Tre focolai fra il capoluogo, Fregona e Conegliano, 20 casi di positività complessivi e il direttore di una delle tre Rsa coinvolte, Piergiorgio Penzo di Casa Fenzi, che potrebbe dare le dimissioni. Tutto a causa di operatori no-vax che hanno introdotto il coronavirus nelle case di riposo dopo averlo contratto. Una situazione forse non esplosiva, perchè grazie alla campagna vaccinale nessuno degli ospiti infettati è finito in ospedale, ma che preoccupa l’Usl 2, sia per la dinamica, sia per le possibili conseguenze di un’estensione del contagio. «Gli operatori che lavorano in ambiti socio-sanitari e non si vaccinano contro il coronavirus mancano di senso etico» scandisce Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria trevigiana. «Oggi la possibile fonte di contagio nelle case di riposo passa essenzialmente per gli operatori che non si sono vaccinati. E gli anziani che dopo la vaccinazione hanno avuto una bassa risposta anticorpale sono rimasti infettati. Non abbiamo dubbi: i nuovi focolai sono tutti legati alla presenza di operatori non vaccinati che hanno trasferito il virus ai residenti».

SOTTO ASSEDIO
Nel centro Casa Amica di Fregona ci sono 7 positivi. Dopo il medico di famiglia in servizio nella struttura e due infermiere, tutti e tre non vaccinati, il Covid ha colpito anche 4 anziani, un uomo e 3 donne. È andata in modo simile nella Casa del clero di Treviso, che dall’inizio dell’epidemia non aveva ancora registrato un solo contagio. Ora si contano 3 positivi. Ma lo screening generale eseguito all’inizio della settimana scorsa ha evidenziato il contagio di un’infermiera che non si era vaccinata. Di seguito è emersa la positività anche di due sacerdoti, ai quali erano già state somministrate entrambe le dosi di Pfizer. Il terzo focolaio è esploso in Casa Fenzi a Conegliano, struttura già duramente colpita nel corso delle precedenti ondate del coronavirus. Qui ad oggi ci sono 10 positivi. Un numero che potrebbe ulteriormente salire. Tutto è partito da due operatori, tra l’altro vicini alla scadenza del contratto a tempo determinato, che avevano scelto di non vaccinarsi. I successivi controlli hanno evidenziato il contagio di 8 anziani.
Nelle tre case di riposo sono subito scattati gli isolamenti ed è intervenuta la task force allestita dall’Usl per arginare i focolai. In generale i sintomi sono lievi. Ma i timori restano. Anche perché su quasi 6mila operatori in servizio nelle 54 case di riposo della Marca, sono circa mille quelli che non si sono ancora vaccinati. Il 20% del totale. Non sono tutti no-vax. Ma pur togliendo chi non ha potuto per problemi di salute, il numero resta importante.

CASO EMBLEMATICO
Il fronte più caldo è sicuramente quello di Casa Fenzi e non solo perchè il numero dei contagiati è già in doppia cifra. La struttura per anziani di Conegliano torna dunque in trincea. «Dato che praticamente tutti gli anziani sono stati vaccinati, è facile capire che il coronavirus è entrato attraverso gli operatori che avevano rifiutato l’iniezione -spiega il presidente Gianni Zorzetto- adesso, però, una parte di quelli che avevano detto di no hanno chiesto di potersi vaccinare». Quanti ne mancano all’appello? Circa 25 su 150. Ma non ci saranno sanzioni nei confronti di chi sceglierà ancora di non vaccinarsi. «In base a quale norma potrebbero essere sanzionati»? chiede Zorzetto. È una domanda retorica: ad oggi non c’è chiarezza a livello legale per casi simili. Non bastasse Casa Fenzi è chiamata a risolvere anche altri nodi. Tra questi potrebbero esserci le dimissioni del direttore, Piergiorgio Penzo, che aveva assunto l’incarico nell’agosto del 2019, proprio pochi mesi prima dell’esplosione dell’epidemia. Indiscrezioni vogliono che le abbia già presentate anche se il diretto interessato si chiude dietro un «No comment».
La strada più percorribile, per evitare nuove recrudescenze del contagio, resta quella del convincimento. Così l’Israa ha deciso di avviare un programma in tre fasi: fare pressione suglio operatori anche attraverso i sindacati, eseguire tamponi all’ingresso nelle strutture ed eventualmente provvedere a uno spostamento di mansioni. .

Ultimo aggiornamento: 19:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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