Treviso. Truffa Nft, Giullini torna libero e promette: «Risarcirò». Visentin è irreperibile

L’avvocato-detective che lo aveva fatto arrestare a Dubai: «Si dice pronto a restituire i soldi per evitare l’azione penale»

Giovedì 16 Febbraio 2023 di Maria Elena Pattaro
Emanuele Giullini

TREVISO - Torna in libertà e promette di risarcire i 400 investitori emiratini da cui era scattata la denuncia sfociata nel fermo dei giorni scorsi. Emanuele Giullini è stato rilasciato a Dubai, dopo esser stato braccato dalle autorità emiratine. Due fermi in pochi giorni, eseguiti dagli inquirenti che lo hanno trattenuto a lungo in caserma. «Ha fornito la sua versione dei fatti all’unità di investigazione finanziaria e poi è stato rilasciato - spiega il suo legale, l’avvocato Nicola Bonino che si è messo in contatto con lui ieri pomeriggio -. Ora è sottoposto a un travel ban, una misura assimilabile a un divieto di espatrio dal paese». Lo stesso che sarebbe scattato nei confronti del suo socio Christian Visentin, in attesa del pronunciamento della Corte, che lunedì deciderà se mandarli a processo oppure no. Nei loro confronti il prosecutor, che è il corrispettivo del nostro pubblico ministero, ha formulato le accuse di tradimento e azioni contro la fiducia. A giorni è attesa appunto la decisione dei giudici sul rinvio a giudizio oppure no. Intanto Giullini si è detto pronto a restituire le somme agli investitori che avevano innescato il procedimento penale. «Mi ha telefonato assicurando che risarcirà i miei assistiti, per cercare di evitare l’azione penale - dice Paolo Patelmo, il legale bellunese a cui si sono affidati 400 truffati per una somma complessiva di circa 40 milioni di euro -. Stavolta dalle promesse deve passare ai fatti. Ha ribadito che il vero responsabile della truffa è Visentin». Era stato proprio Patelmo a mettere le autorità locali sulle tracce di Giullini, uno dei tre soci della New Financial Technology. 
 

IL GIALLO
Anche Christian Visentin, l’altro socio a Dubai, è libero. Lo ha precisato nei giorni scorsi il suo legale Paolo Gianatti: «Si presenterà spontaneamente all’autorità giudiziaria degli Emirati. Come già espresso a favore della Procura di Treviso, Visentin è pronto a collaborare per fornire l’esatta ricostruzione dei fatti e per ogni esigenza di chiarimento». Sembra dunque destinatario di quello che in Italia è un avviso di garanzia più che di un ordine di carcerazione. Ma ciò non collima con il diverso trattamento riservato a Giullini, destinatario di un fermo. Il giallo rimane.. «Agli inquirenti emiratini abbiamo fornito l’indirizzo dell’appartamento dove Visentin abitava sotto falso nome - dice Patelmo - molti dei suoi spostamenti e altre informazioni tutt’ora riservate. Non sappiamo altro». «Il prossimo obiettivo è Mauro Rizzato, il terzo complice che potrebbe trovarsi in Svizzera, dove ha una residenza» aggiunge Patelmo. 
 

LA RICOSTRUZIONE
I due ex soci di Nft si sarebbero prodigati, anche a fronte di minacce non proprio velate, a restituire parte delle somme elargite per la compravendita di criptovalute ad alcuni personaggi particolarmente pericolosi (si dice legati alla malavita organizzata) che, venendoli fare, appunto, la bella vita nella parte balneare della città non avrebbero esitato a ricattarli per ritornare in possesso dei propri capitali.

E proprio questi movimenti di denaro sarebbero alla base dell’inchiesta parallela a quella italiana che ha portato all’arresto di Giullini e, a quanto pare, anche a quello di Visentin, ancora in fase di esecuzione. Si attendono sviluppi. Di certo c’è però che sia Giullini che Visentin, nella loro permanenza sul Golfo Persico, vivevano in due appartamenti di lusso intestati a prestanome, con uno yacth da 30 metri ormeggiato nella darsena. Non proprio una vita da fuggitivi insomma. 

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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