Nevio e Renzo, i due quarantenni morti schiacciati sul posto di lavoro

Martedì 16 Aprile 2019 di Lorenzo Padovan
Nevio Bruna e Renzo Donà
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PORDENONE-TREVISO -  Due incidenti mortali sul lavoro nel giro di poche ore, uno in provincia di Pordenone e uno nel Trevigiano.  A Maniago ha trovato la morte nella fabbrica in cui è cresciuto, schiacciato da una gru che aveva manovrato migliaia di volte. Nevio Bruna, 46 anni, lavorava alle officine meccaniche Norio di Maniago da quando aveva 15 anni ed era stato accolto dai titolari come un figlio. Per oltre trenta ha eseguito con il sorriso sulle labbra le mansioni che gli venivano affidate, scalando man mano le gerarchie interne e conquistando la stima e il rispetto di datori di lavoro e colleghi. Nevio non era un operaio come gli altri: era la persona di fiducia che svolgeva le mansioni più delicate e colui che all'alba organizzava i compiti per quella decina di addetti che operano nell'opificio.
L'altra tragedia sul lavoro è accaduta alle 7.20 di ieri all'interno della Agrifung di via Pescatori a Musano di Trevignano, azienda specializzata nella produzione di funghi e tartufi. Un autotrasportatore di 42 anni, Renzo Donà, di Quinto di Treviso, è stato travolto e ucciso da una ruspa che si stava spostando in retromarcia nel piazzale dell'azienda.
 
SCHIACCIATO DAL MEZZO
Nevio Bruno è entrato nella fabbrica, ha acceso le luci e come sempre ha predisposto il materiale per sé e per gli altri tornitori. Stava manovrando una piccola gru, alta poco meno di tre metri, quando un imprevisto ha portato alla tragedia. Il mezzo si è infatti rovesciato e ha schiacciato l'uomo sul pavimento. Nevio è morto praticamente all'istante per l'asfissia provocata dal peso sull'addome e per un trauma cranico causato dalla caduta all'indietro. Il primo a trovarlo è stato un collega attorno alle sei, all'inizio del suo turno di lavoro. Ha chiesto disperatamente l'aiuto del personale sanitario, giunto a bordo di un'ambulanza, e dei vigili del fuoco, che hanno sollevato la gru per consentire il tentativo di rianimazione. Ogni manovra però è risultata vana. 
LE INDAGINI
Sul posto sono giunti anche i carabinieri di Maniago che hanno svolto le indagini per stabilire le cause dell'infortunio mortale: assieme agli ispettori dell'Azienda sanitaria dovranno accertare se le misure di sicurezza siano state osservate e se all'origine della tragedia ci sia stato un momento di disattenzione, un malfunzionamento del sollevatore magari provocato da un disequilibrio del carico rispetto al fulcro, o lo spostamento di un peso eccessivo. Il pm Federico Facchin ha effettuato un sopralluogo nel capannone, ha disposto il solo sequestro della gru e ulteriori accertamenti medico legali. Sul caso è stato aperto un fascicolo, al momento senza iscrizioni sul registro degli indagati. «Per noi era come un figlio - ha ricordato in lacrime uno dei fratelli Norio, che quasi mezzo secolo fa ha aperto l'attività - In questi laboratori è come essere in famiglia. Una decina di persone che trascorrono assieme l'intera giornata e, di fatto, la loro vita». 
LO SCARICO DEL CAMION
L'altra tragedia sul lavoro è accaduta alle 7.20 di ieri all'interno della Agrifung di via Pescatori a Musano di Trevignano, azienda specializzata nella produzione di funghi e tartufi. Un autotrasportatore di 42 anni, Renzo Donà, di Quinto di Treviso, è stato travolto e ucciso da una ruspa che si stava spostando in retromarcia nel piazzale dell'azienda. L'incidente è avvenuto durante le operazioni di scarico del camion, che trasportava decine di balle di fieno, da cui il 42enne era sceso. Inutile il seppur tempestivo intervento del 118. La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. La Agrifung ha una lunga storia di sciagure. Nel recente passato è stata teatro di altre morti bianche, avvenute nell'aprile 2014 quando un operaio fu dilaniato da un nastro trasportatore e nel febbraio 2016, quando la vittima, un marocchino di 53 anni, fu schiacciata da una ruspa in circostanze in tutto e per tutto analoghe a quelle di ieri. Non bastasse, nell'aprile 2017 un altro operaio rimase gravemente ferito dopo essere stato colpito al petto da un argano. La lunga catena di disgrazie convinse l'azienda a intervenire massicciamente sia con l'innovazione dei macchinari, sia sul fronte della sicurezza sul lavoro. Al punto che proprio la Agrifung, un anno fa, stipulò un contratto aziendale che prevedeva dei benefit individuali per il personale, nell'ottica di ridurre drasticamente gli incidenti sul lavoro. Compatto il fronte sindacale nello stigmatizzare l'ennesima tragedia: «Sono stati fatti dei passi avanti, ma servono più controlli e ancora maggiori investimenti sulla formazione -ribadiscono Cisl, Cgil e Cia, il sindacato degli agricoltori- Morire così non è più tollerabile». 
Lorenzo Padovan

Ultimo aggiornamento: 14:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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