​«Aiuto, la casa non c'è più!»: mamma, papà e figlioletti in braccio in fuga dall'incendio. Ecco cosa è successo a Nervesa Video

Martedì 1 Novembre 2022 di Mep
«Aiuto, la casa non c'è più!»: mamma, papà e figlioletti in braccio in fuga dall'incendio. Ecco cosa è successo a Nervesa

NERVESA DELLA BATTAGLIA (TREVISO) - «Aiuto, la casa non c'è più! Chiamate i pompieri». Mamma e papà erano scalzi, in pigiama, i due figlioletti aggrappati al collo. Scappavano dalla casa in fiamme. «Ci hanno consegnato i bambini: erano praticamente in mutande. Li abbiamo coperti e tenuti in casa finché sono arrivati i soccorsi. Cercavamo di distrarli, di farli giocare. Siamo riusciti a tranquillizzarli subito. I genitori invece erano disperati: piangevano e gridavano». Luigi De Paoli e la moglie Daniela Bassetto sono stati i primi a prestare soccorso alla famiglia sfollata.

Quando è scoppiato l'incendio loro stavano guardando la tv: «All'inizio ho pensato a una lite o a un incidente, così sono uscito a vedere - racconta Luigi -. Mentre attraversava via Alessi, i pochi metri di strada che separano la sua proprietà da quella dei De Ruos, ha intravisto quelle sagome spaventate e dietro di loro l'incendio.

«Ero terrorizzato che qualcuno fosse rimasto intrappolato dentro. Invece i bambini erano con loro, i cani pure. Ho tirato un sospiro di sollievo e insieme a mia moglie ho cercato di rendermi utile come potevo».

Per prima cosa hanno chiamato i soccorsi: vigili del fuoco e ambulanza. Poi hanno messo a disposizione i loro cellulari: visto che quelli di Katia, al quinto mese di gravidanza, e di Flavio, erano rimasti nella casa, trasformata in falò. La giovane mamma ha telefonato ai genitori, per avvisarli della sciagura e al tempo stesso per rassicurarli: stavano tutti bene. Daniela invece ha rispolverato dai cassetti alcuni vecchi giocattoli della figlia e con quelli ha cercato di distrarre i bambini fino all'arrivo dei soccorsi. In questi primi giorni la famiglia sarà ospitata a casa di un fratello di Katia. Poi si vedrà. Una cosa però è certa: la coppia può contare su un solido paracadute fatto di parenti e amici, pronti a fare tutto il possibile per alleviare l'enorme disagio che si sono trovati ad affrontare. «Hanno tanti amici e noi non li lasciamo da soli» assicura Alice Codello, una delle amiche più strette di Katia. È a lei che la 34enne, futura mamma per la terza volta, ha affidato i due figli appena usciti dall'ospedale perché giocassero con i loro amichetti e trovassero un briciolo di normalità in quelle ore drammatiche. «Stanno bene, sembrano tranquilli ma è chiaro che dovranno metabolizzare il trauma - racconta l'amica -. Per ora cerchiamo di distrarli, di parlare di quello che è successo ma con leggerezza». Loro rispondono con il candore disarmante di cui solo i bambini sono capaci: «È bruciato tutto. Vorrà dire che a Babbo Natale faremo una lista dei regali più lunga, con le cose che servono» dicono allargando le braccia e abbozzando un sorriso.

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LA MOBILITAZIONE
La notizia dell'incendio ha fatto velocemente il giro di Nervesa, dove la giovane coppia è molto conosciuta. Flavio De Ruos in particolare, visto che è uno dei gestori della nota osteria Ultima spiaggia di piazza San Nicolò, in riva al Piave. Ieri mattina un cartello appeso alla porta avvertiva che il locale resterà «chiuso per qualche giorno». La sciagura di quella famiglia rimasta senza niente proprio mentre si prepara all'arrivo del terzo figlio ha commosso l'intero Montello. E la risposta è stata sorprendente: è scattata una staffetta di solidarietà a cui hanno aderito in centinaia fornendo vestiti, denaro e beni di prima necessità. L'appello è rimbalzato sui gruppi social (a partire da Piccole Taglie di Erika Cadorin) e nelle chat: i primi ad attivarsi sono stati gli amici più stretti della giovane coppia, seguiti dalla scuola dell'infanzia Sicher della Zonta di Arcade e dalla comunità di Nervesa. La mobilitazione è stata così generosa che dodici ore dopo, la raccolta di indumenti è stata interrotta. La raccolta fondi, invece, organizzata dalla scuola e che in poche ore ha già superato i 700 euro, continua: è possibile contribuire con un bonifico sul sito internet gofundme. «Siamo tutti vicini alla famiglia De Ruos» affermano gli organizzatori. Una mano tesa e un abbraccio a cui sperano si unirà l'intera Marca.
 

Ultimo aggiornamento: 12:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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