​Messaggi neonazisti sulle chat Telegram indagati due trevigiani. Quell'intreccio inquietante con i No vax

Venerdì 18 Marzo 2022 di Mep
Messaggi neonazisti sulle chat Telegram indagati due trevigiani. Quell'intreccio inquietante con i No vax

I messaggi neonazisti corrono sulle chat e i canali Telegram e si intrecciano agli appelli No vax e No Green pass in un mix inquietante. Ci sono anche due trevigiani (un operaio e un disoccupato militante No Vax) tra i 9 indagati dell'inchiesta della Procura di Torino.

L'attivista ribelle era già stato denunciato per aver partecipato al corteo No vax di Trieste, sfociato negli scontri con la polizia, e in iniziative analoghe a Genova. Per tutti l'accusa è di riorganizzazione del disciolto partito fascista, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Ieri mattina sono scattate perquisizioni in tutta Italia, Marca compresa. E anche in Gremania. A casa degli internauti indagati gli agenti della Digos torinese e della polizia postale hanno sequestrato tirapugni, manganelli, baionette, manette, bandiere con simboli nazisti e degli Hezbollah libanesi, libri d'area, busti e immagini di Mussolini e Hitler, nonché giornali d'epoca inneggiati alla supremazia della razza. In Germania rinvenuta una carabina ad aria compressa illegalmente detenuta.


PROPAGANDA DI ODIO

Per mesi gli investigatori, coordinati dal pm Lisa Pazzè, hanno monitorato il canale «Brudershaft thule», ovvero la «Fratellanza di Thule», e il gruppo di discussione, «Meine Ehre Heist Treue», «Il mio onore si chiama lealtà», che prendeva il nome dal motto delle SS. All'interno non c'erano solo frasi di stampo neonazista come «Onore ai camerati caduti per liberare il mondo dai giudei»; «Per gli ebrei siamo un problema, Hitler ci aveva messo in guardia», ma anche accuse al governo per le politiche sull'emergenza sanitaria: «Quelli che sono stati uccisi sono stati intubati, potevano salvarsi a casa», oppure «Il Covid è una finzione. Conte, Speranza e Draghi stanno applicando protocolli assassini». Non mancavano gli attacchi agli stranieri: «I negri non si vaccinano perché devono sostituire i bianchi come razza». «Organizzatevi, uccidete e bruciate lo Stato». È uno degli appelli lanciati via Telegram.


SOTTO INCHIESTA

Tra gli indagati, oltre ai due trevigiani, ci sono anche un 42enne calabrese residente in Calabria nei panni di amministratore del canale neonazista, una guardia giurata di 53 anni, una parrucchiera 22enne e un muratore 50enne, tutti piemontesi. Il più giovane è uno studente 19enne di Lodi. Gli altri vivono a Brescia, Brindisi, Rieti. Per gli investigatori, la guardia giurata è vicino alla Comunità politica di Avanguardia, che come esempi annovera neofascisti del calibro di Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale, il comandante della X Mas Junio Valerio Borghese e il terrorista dei Nar Alessandro Alibrandi.


I PRECEDENTI

Non sono gli unici trevigiani finiti nei guai per l'istigazione all'odio online. A novembre un 30enne disoccupato è stato indagato come membro attivo del canale Telegram Basta dittatura in cui venivano veicolati messaggi di esortazione a disobbedire alle leggi anti Covid. A ottobre invece un ragazzo era stato indagato per propaganda neonazista e antisemita 2.0. Insieme ad ragazzi aveva fatto irruzione con inni al duce e offese agli ebrei su Zoom, nel tentativo di sabotare le iniziative sulla Shoah organizzate da scuole e associazioni in occasione della Giornata della Memoria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci