Christopher, dal Brandolini alla Nasa: «Il mio sogno? Andare su Marte»

Giovedì 26 Maggio 2022 di Annalisa Fregonese
Christopher Vanacore

ODERZO - Inseguire il proprio sogno e, passo dopo passo, costruire un percorso per realizzarlo. Lo racconta, al teatro Cristallo, Christopher Vanacore, aspirante astronauta, ieri davanti ad alcune centinaia di studenti delle superiori. Con lui Arianna Ortelli ideatrice di un videogame per non vedenti e Sammy Basso, il giovane scienziato affetto dalla rarissima malattia della progeria. Un incontro voluto dalla sindaca Scardellato e organizzato da Claudio Bortolin, ingegnere del Cern di Ginevra, accompagnato dalla collega Antonella Del Rosso.

Christopher Vanacore studiava all’istituto Brandolini di Oderzo. Nel 2018, in una mattinata come quella di ieri, ascolta Samantha Cristoforetti invitata dalla sindaca al Cristallo. Si rafforza in lui il sogno: diventare astronauta. Da allora studia all’università in Florida, consegue la laurea triennale, adesso è alla magistrale. «Il mio obiettivo è entrare nel team che andrà su Marte – dice -. In Nasa sono coinvolto in tantissime ricerche. Stiamo facendo il redesign delle tute spaziali, stiamo migliorando i guanti che indossano gli astronauti». Progetti incredibili per un giovane di 23 anni, salutato con entusiasmo dalla sua ex preside, la professoressa Luisa Ongetta. Dalla platea una studentessa ha evidenziato come un giovane possa avere dei progetti molto belli, ma magari non abbia il necessario sostegno. Per Christopher Vanacore la sua mamma è stata fondamentale. «Il mio papà facendo parte dell’aereonautica militare era via molto spesso – racconta - Mamma mi ha sempre sostenuto. Avendo il papà via, ho incrementato la mia responsabilità di vivere da solo. Le sfide comportano anche il dover affrontare i lati negativi della vita. E’ molto importante avere un supporto, l’ho avuto a scuola con la preside, mi sono sempre sentito accompagnato. Questo è indispensabile».

La paura può frenare i propri sogni. «La paura serve - rileva Sammy Basso -.evolutivamente è utile, ci mette in all’erta da quello che ci può far male.

Il punto è che agli animali la paura serve per attaccare o scappare. Per noi umani c’è più razionalità. La paura ci serve per metterci in all’erta, sta a noi e contestualizzarla. La paura per il futuro dev’essere propositiva». «Anche nella paura mi ci rivedo - osserva Arianna Ortelli -. Voglio far passare il messaggio che a volte basta un passettino. Sicuramente ci sono delle difficoltà. Devi cercare di concentrarti nelle piccole cose in cui tu puoi migliorare». Un passo dopo l’altro può anche portare su Marte. 

Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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