Nardi cucine, operai al lavoro
e avanzano anche 15mila euro

Domenica 16 Agosto 2015
Nardi cucine, operai al lavoro e avanzano anche 15mila euro
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SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA - Lavoratori in credito fino a 15 mila euro, e continuano ad andare al lavoro, pur di mantenerlo, rimettendoci.



Sempre buio fitto nel futuro alla Nardi Cucine e Forni, e la situazione per gli oltre 150 dipendenti tra la sede sernagliese e quella di Paderno Dugnano, con il perdurare della crisi finanziaria dell'azienda, al rientro dalle ferie rischia ora di esplodere. L'allarme arriva dai sindacalisti volontari e dagli esperti della Casa dei Lavoratori di via Lazzarin a Conegliano, a cui diversi dipendenti dell'azienda del Quartier del Piave si sono rivolti recentemente per essere assistiti anche legalmente ed avere soluzione alle loro gravi problematiche e disagi.

«La situazione è molto grave e pesante, si complica di giorno in giorno - spiega Augustin Breda, sindacalista della Fiom, - perché abbiamo 150 lavoratori che vanno a lavorare rimettendoci. Ovvero, accumulano mese dopo mese credito dall'azienda, in ritardo con i pagamenti ormai da un paio d'anni». L'azienda mantiene il suo status di perenne crisi finanziaria e i lavoratori già in arretrato di mesi con le paghe, hanno accettato ancora di avere acconti settimanali di 200 euro. «Vero - spiega Breda -, però è dal 2014 che pagano su anticipi e ad oggi il debito accumulato dall'azienda verso i lavoratori tocca i 15 mila euro, soprattutto quelli con carichi familiari. L'azienda dal canto suo emette buste paga regolari sotto il profilo del cedolino ma dà anticipi di 200 euro settimanali. Questa è una cifra inferiore di quanto l'azienda percepisce dall'Inps tra solidarietà e spettanze. Di fatto sono i lavoratori che in questo modo pagano e finanziano l'azienda che oltretutto non retribuisce il lavoro prodotto».

Alla Casa dei Lavoratori diversi dipendenti usciti con la mobilità e accordi di pagamento rateizzato del Tfr e mensilità arretrate, sono una decina, hanno affermato poi di non essere stati pagati o percepito raramente quanto pattuito, e la situazione rischia di andare fuori controllo. «È una condizione complessiva ormai paradossale e secondo noi al limite del reato, - afferma Breda - con danno erariale per appropriazione di denaro pubblico oltre che aiuti di stato impropri. Stiamo valutando con i nostri esperti come procedere. Al rientro dalle ferie chiariremo».
Ultimo aggiornamento: 15:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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