Addio al pasticcere Luigino: «Se ne va un pezzo di storia della città»

Venerdì 27 Novembre 2020 di Giampaolo Zorzo
Luigino Netto, primo a sinistra, premiato con i compagni di squadra del Treviso Calcio nella Pasticceria Sant'Agostino

TREVISO Un altro pezzo di storia di Treviso se n'è andato. Nella tarda mattina di ieri è morto Luigino Netto, titolare assieme alla moglie Gabriella dell'omonima pasticceria che si trova all'angolo tra via S.

Agostino e via S. Leonardo. Poco più di un anno fa, il 27 ottobre, Luigino e altri commercianti trevigiani avevano ricevuto in camera di commercio il diploma di Maestro di commercio, riconoscimento che aveva appeso orgoglioso nel suo locale. È stata una doccia gelata per i suoi clienti e per i numerosi amici che aveva Luigino, anche perchè fino a pochi giorni fa era regolarmente dietro il banco a dispensare sorrisi. La pasticceria Netto è uno dei luoghi simbolo di Treviso, da quando, nel 1947, i genitori di Luigino, avevano aperto il laboratorio con vendita diretta di paste e torte che due generazioni hanno avuto il privilegio di apprezzare. Oltre a essere stato un ottimo pasticcere, Luigino è stato anche un buon calciatore e nel 1968 conquistò il titolo di campione d'Italia Juniores con il Treviso allenato da Piero Bortoletto. Con lui in squadra c'erano i vari Soligo, Frandoli, Colusso, Cimenti, Zanatta, Tosin, Nicoletti, De Cesero, Mladovan e Zanini. E proprio due anni fa questi giocatori si sono ritrovati per festeggiare i cinquant'anni dal tricolore.

IL RICORDO Aveva grandi qualità atletiche, ma non ha mai fatto il professionista solo perché la famiglia lo voleva dietro il banco della pasticceria. Proprio Vittorio Zanini, amico di famiglia, ha vissuto direttamente prima il ricovero e poi il decesso di Netto. «Non trovo le parole - dice - è come se mi fosse morto un fratello, lo conoscevo e lo frequentavo da 55 anni. Dieci giorni fa sono andato in pasticceria per portargli un regalo per i suoi 71 anni, ma la moglie Gabriella mi ha detto che era a letto: non si sentiva bene e aveva problemi respiratori. Ho suggerito di chiamare il medico di base che è uscito, l'ha visitato e gli ha prescritto dei farmaci. Tutto sembrava rientrato invece ha avuto una ricaduta, allora la moglie ha chiamato l'ambulanza che l'ha portato al Cà Foncello dove è stato sottoposto al tampone ed risultato positivo al Covid. L'impressione era che non fosse così grave, tant'è che ieri mattina la moglie diceva che sembrava tutto a posto. Poi, dopo mezz'ora, Luigino invece se n'è andato».

IL CORDOGLIO Nella squadra che a Roma vinse il titolo italiano contro il Giulianova c'era anche Walter Frandoli: «Se n'è andato un amico - dice l'architetto - e quando andavo in centro passavo spesso a trovarlo. L'ultima volta, due settimane fa, mi aveva espresso il desiderio di organizzare una nuova rimpatriata per festeggiare lo scudetto dopo la serata fantastica di due anni fa. Ci penso io gli ho risposto, ma non mi ha lasciato il tempo di chiamare gli altri componenti». Oltre alla moglie lascia due figli, Stefano che gestisce una pasticceria a Fontane di Villorba e Luca. Ancora da fissare la data del funerale. Si è tenuto invece ieri l'ultimo saluto a Maria Angela Grandin, un'altra vittima del Covid. 

Ultimo aggiornamento: 16:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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