PAESE - Le maestre lo hanno adagiato nel lettino dell'asilo nido "Raggio di Luna" a Porcellengo, frazione di Paese, a Treviso, per il riposino quotidiano, dopo la pappa. Ma alle 15 di venerdì, quando sono andate a svegliarlo, Alessandro Izzi, di 11 mesi appena, non ha dato segni di reazione.
LA TRAGEDIA
I genitori del bimbo, una giovane coppia trevigiana, alla notizia che il loro unico figlio non c'era più, si sono sentiti male. In preda allo choc sono stati ricoverati e sono stati presi in carico dal personale del Ca' Foncello che li ha assistiti e tenuti sotto controllo anche nella giornata di ieri. Mentre i carabinieri della locale stazione si sono portati nella struttura, dove sono tornati anche ieri, per verificare quanto successo. Sono state avviate indagini per capire la cause di quel prematuro decesso. Mentre la Procura presso il Tribunale potrebbe chiedere una autopsia per verificare le cause del decesso ed escludere eventuali responsabilità in capo all'asilo.
Il pediatra Giovanni Franco Battaglini, vicesegretario amministrativo della Fimp, la Federazione italiana dei medici pediatri di Treviso, parla di morte in culla. «Si contano uno o due casi ogni 2mila bambini» sono le cifre riportare dal medico. Una morte silenziosa, che difficilmente si riesce a prevenire. Il bimbo riposa tranquillo, in questo caso insieme ai piccoli coetanei che fino a poco prima avevano giocato e poi fatto la pappa insieme. Un po' di riposo, indispensabile a quell'età per riprendere la fatica della giornata. Invece, il black out. Senza segnali, senza grida o richieste di aiuto. Senza che nessuno possa fare nulla.
LA COMUNITÀ
L'intera comunità si è stretta attorno ai due giovani genitori di Alessandro, un meraviglioso esserino che le foto mostrano con gli occhi azzurri e i radi capelli a incorniciargli la testina. Sconvolte anche le maestre dell'asilo, con la direttrice Rachele Pezzillo in testa che non si dà pace per quanto successo. Dietro il cancello della struttura "Raggio di Luna", tra giochi colorati e castelli in plastica dove i piccoli si divertono, anche l'avvocato Giovanni Schembri. «Per rispetto alla famiglia - dice il legale - non rilascio alcuna dichiarazione. Ci sarà tempo e modo. Ma non adesso».
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