Il colpo di sonno, l'auto che sbanda e uccide Mario: «Mia figlia ha sbagliato, chiedo perdono per lei»

Mercoledì 24 Agosto 2022 di Vera Manolli
Mario Bittante e la moglie Maria Cristina
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PEDEROBBA - «Chiedo umilmente perdono alla famiglia del signor Mario, lo so che non serve a nulla, questo non può far tornare indietro il tempo ma è l' unica cosa che posso fare in questo momento». Sono le parole di Chiara, inconsolabile mamma della ragazza di 23 anni che domenica, alla guida della sua Mazda, ha travolto lo scooter guidato da Mario Bittante, 64 anni, morto sul colpo, in sella al quale c'era anche la moglie Maria Cristina Dallefrate, ricoverata in gravi condizioni al Ca' Foncello di Treviso. «Sono la mamma di Federica, la ragazza responsabile dell'incidente che ha causato la morte del signor Mario -continua nella lettera la 51enne- Mia figlia è uscita di casa sabato, seguita dalle solite raccomandazioni che fanno le mamme: non correre con la macchina, vai piano e torna a casa presto, non bere.

Quello che può fare una mamma sono solo le raccomandazioni».

GIORNATE SENZA PACE
Non si dà pace la donna che da domenica è disperata. Nella lettera la mamma della 23enne, entrambe vivono vicino a Feltre, ripercorre passo per passo gli istanti che hanno seguito l'incidente: la telefonata in lacrime della figlia e l'arrivo in taxi dove poi scoprirà che per l'uomo che ha appena investito non c'è più niente da fare mentre per la moglie si è attivata subito la macchina dei soccorsi nel tentativo di salvarle la vita. «Tutto facile per i figli che ci lasciano a casa con la pena nel cuore, poi però arriva una telefonata da un numero sconosciuto dove dall'altra parte del telefono c'è una voce che dice: Signora sono qua con sua figlia, ha fatto un incidente ma non è nulla di grave, sua figlia sta bene -continua la mamma - Me la faccio passare, parlo con lei e piangendo mi dice: Mamma perdonami, ho fatto un incidente. Non chiedo se ci sono feriti perché mia figlia mi dice che un animale le ha attraversato la strada. Chiamo un taxi e mi faccio accompagnare sul posto dove trovo davanti ai miei occhi un disastro: non so quante auto, carabinieri ovunque, camion e mezzi dei pompieri, auto e moto in fila, tutti in silenzio». La donna capisce subito che la situazione è molto più grave e dolorosa di come le era stato descritto al telefono. «Mi avvicino e trovo mia figlia nell'ambulanza con l'ossigeno, completamente sotto choc ma comunque sia non sono riuscita, piangendo, a trattenere la rabbia. Mi avvicino ai carabinieri presentandomi e mi comunicano il decesso del signor Mario e quello che è successo alla moglie».

VITE DISTRUTTE
«Da quel momento la nostra vita è stata distrutta -spiega Chiara- siamo due famiglie distrutte per sempre. Sono solo una mamma impotente in questa situazione, con le lacrime agli occhi, senza avere la forza di poter conoscere i familiari delle vittime. È una ferita che resterà sempre nel cuore e che mia figlia porterà sempre nel cuore. Il motivo dello sbandamento di mia figlia è stato un colpo di sonno che le ha impedito di rendersi conto di quanto stava accadendo in quel momento, ma non pretendo il perdono da parte vostra con questo scritto perché capisco quello che state provando». La ragazza stava rientrando dopo aver trascorso del tempo con gli amici quando alle 15.40 la sua Mazda, sulla Valcavasia, in territorio comunale di Pederobba, ha centrato in pieno lo scooter di Bittante che procedeva in senso opposto: uno schianto violentissimo. E mortale. «Il vostro Mario non tornerà più con voi, mia figlia invece è vicino a me -chiude la donna - Da mamma vi dico che non perdonerò mai l'irresponsabilità di mia figlia: non la sto certo giustificando ma voglio solo comunicare che anch'io vi sono vicina comprendendo il vostro dolore».

 

Ultimo aggiornamento: 13:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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