Morta dopo l'operazione al seno a causa della troppa anestesia. Chirurgo estetico di Spresiano condannato

Martedì 15 Novembre 2022 di Maria Elena Pattaro
Morta dopo l'operazione al seno per la troppa anestesia

SPRESIANO (TREVISO) - Quell'operazione di chirurgia estetica le causò danni cerebrali permanenti: Mariolina Vargiu, 65 anni, era entrata nella Clinica Estetica di Spresiano nel 2016 per rifarsi il seno e le palpebre. Ma dopo l'operazione non si risvegliò mai più. Colpa di una dose eccessiva di anestesia, secondo il pubblico ministero, a cui il giudice ha dato ragione riconoscendo il nesso causale tra l'operazione subìta dalla donna e i danni cerebrali riportati. La donna morì il 2 ottobre del 2021, dopo 5 anni di coma. Ieri mattina, 14 novembre, per il chirurgo di origini peruviane Francisco José Mora Zambrano, 68 anni, titolare e direttore della clinica (ora chiusa), è arrivata una condanna a un anno e due mesi di carcere, pena sospesa. Il medico sudamericano era alla sbarra per lesioni colpose gravissime ai danni della 65enne originaria di Villacidro (Cagliari) ma residente a Cessalto.

L'altra inchiesta

Il processo che si è chiuso ieri è proseguito per il reato di lesioni in quanto quando fu aperto la vittima era ancora viva. Alla luce del successivo decesso la Procura ha aperto un'altra inchiesta per omicidio colposo. Gli indagati sono gli stessi: Francisco José Mora Zambrano e l'anestesista Francesco Cammilli, 53enne di Firenze.

Quest'ultimo, per la contestazione delle lesioni colpose aveva scelto una strada diversa: quella della messa alla prova.

L'intervento

Secondo la Procura la malcapitata era finita in coma a causa di un'ipossia cerebrale generale: il suo cervello era rimasto cioè senza ossigeno. Il tutto a causa di un'elevata dose di anestetico, che le avrebbe fatto perdere completamente conoscenza dopo l'intervento, come ricostruito dalle indagini dei Nas. Anche i soccorsi sarebbero stati chiamati in ritardo: quando la Vargiu arrivò in ospedale era già in coma profondo. Era il 28 novembre del 2016 quando Mariolina varcò la soglia della Clinica Estetica di Spresiano, pronta a rifarsi seno a palpebre. Un intervento in day-surgery, con rischi minimi. Invece piombò in uno stato di coma profondo, durato 5 anni, poi sfociato nella morte. I familiari l'avevano ricoverata in una struttura sanitaria per assicurarle cure e monitoraggio costante, nella speranza che un giorno si risvegliasse. Non è stato così purtroppo e adesso il marito e i figli chiedono giustizia. In piedi c'è anche una causa civile in cui la famiglia, assistita dall'avvocato Alessandro De Paoli del foro di Pordenone, ha chiesto un risarcimento da 1,4 milioni di euro. Peraltro non è la prima volta che la clinica di Spresiano finisce sotto inchiesta. Nel 2020 ci fu il decesso di Vittorio Silvestrini, imprenditore 72enne di Oderzo. L'uomo morì pochi minuti prima di entrare in sala operatoria: doveva a sottoporsi a un banale intervento di riduzione di una cicatrice. Invece un improvviso malore lo stroncò. Sotto accusa, anche in questo caso l'iniezione di anestetico con dosaggio sbagliato.
 

Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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