Madre di quattro figli trovata morta nel Piave: disposta l'autopsia, presenta ferite sospette

Martedì 23 Maggio 2023 di Valeria Lipparini
Anica Panfile e il luogo del ritrovamento

TREVISO - Ferite sospette. Nella regione occipitale della testa, oltre a un profondo graffio sul viso. In più, non c’è la certezza che Anica Panfile, la 31enne romena, residente Treviso e madre di quattro figli, trovata cadavere in un’ansa del Piave, a Spresiano, sia morta annegata.

Per escludere qualsiasi dubbio il pubblico ministero Valeria Peruzzo ha disposto l’autopsia sul corpo di Anica.

L’ESAME
L’esame verrà eseguito stamane dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli, per chiarire la dinamica di un incidente che fino ad oggi si è ipotizzato essere conseguenza del suicidio della donna, che aveva fatto perdere le proprie tracce giovedì. Era uscita di casa, dove viveva con il compagno, una delle quattro figlie (le altre sono in Romania da parenti) e l’anziana madre molto malata, per andare al lavoro. Faceva le pulizie nelle case private e quella mattina doveva prestare servizio in un’abitazione di Arcade. Dove non era mai arrivata.

I DUBBI
La Procura vuole capire se le ferite presenti sul volto e sul capo della donna possano essere la conseguenza del volo che la donna avrebbe fatto buttandosi giù dal viadotto autostradale che si trova poco distante dal luogo del ritrovamento del copro, ad opera di un pescatore, quattro giorni dopo la sua scomparsa. Resta, però, un dubbio: Anica Panfile non aveva la patente e non guidava l’auto. Si spostava con i mezzi pubblici per raggiungere le case dove prestava servizio come collaboratrice domestica.
Come sia finita in autostrada, a piedi, resta un mistero. Avrebbe però, potuto anche scegliere di farla finita gettandosi nel ramo d’acqua che confluisce nel Piave, dove poi è stata rinvenuta. Il corpo, che potrebbe essere rimasto in acqua per un certo tempo, non presenterebbe, infine, i segni caratteristici di un annegamento che consistono in una specie di reflusso, o “bolla” d’acqua. Il che potrebbe far pensare che sia giunta in acqua già tramortita. Interrogativi ai quali risponderà l’autopsia di stamattina che sarà eseguita dallo stesso professionista che aveva eseguito l’ispezione esterna e aveva rilevato le ferite sul capo. Il gesto estremo resta, comunque, al momento l’ipotesi più accreditata. Anche se la donna non aveva dato segni di squilibrio, in passato si era già assentata da casa. Per poi farvi sempre ritorno.

IL PROCURATORE
«Le sue condizioni di vita materiale - dice Marco Martani, Procuratore della Repubblica di Treviso - erano al limite. Forse la donna era segnata da problemi di tipo personale che stava affrontando, ma questa al momento è solo un ipotesi». Sul caso il sostituto procuratore Valeria Peruzzo ha aperto un fascicolo d’indagine, per ora senza indagati né ipotesi di reato.
 

Ultimo aggiornamento: 12:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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