In sedia e rotelle cade dalle scale della casa di riposo. Le operatrici indagate per omicidio colposo, il nodo dei sistemi di frenata

Giovedì 22 Dicembre 2022 di Valeria Lipparini
Incidente sedia a rotelle in casa di riposo, il nodo dei freni non messi

VOLPAGO (TREVISO) - Una circolare veicolata via mail dalla dirigenza della casa di riposo Guizzo Marseille impediva di utilizzare i freni per bloccare le sedie a rotelle su cui erano sistemate le anziane ospiti. Chi, tra gli operatori, lo avesse fatto sarebbe stato passibile di sanzione. Questo quanto ha prodotto l'avvocato Alessandra Nava, ieri21 dicembre, nel corso del processo a carico delle due operatrici socio sanitarie Lisa Sollemi e Viviana Micalizzi, accusate di omicidio colposo in relazione alla morte di Adriana Bortolotti, la 95enne, originaria di Bergamo, ospite della casa di riposo deceduta cadendo dalle scale.

I fatti

Il 10 aprile 2018, l'anziana era stata preparata per scendere in soggiorno e sistemata su una sedia a rotelle, a spinta assistita, alla quale era stata opportunamente assicurata con le cinghie di sicurezza. Le operatrici in servizio in quel reparto, l'avrebbe però lasciata in corridoio da sola, in prossimità del vano scale, per occuparsi dell'igiene di altri pazienti. Il pubblico ministero Mara De Donà, titolare delle indagini, ha contestato la colpa generica perché chi la doveva sorvegliare avrebbe «per imperizia e imprudenza, omesso di farlo», nonostante le sue precedenti e frequenti cadute, «consentendo così che si trascinasse fino alle scale dove è caduta». Secondo la Procura la sedia a rotelle su cui era stata adagiata l'anziana sarebbe stata priva dei sistemi di frenata alle ruote e quindi non poteva essere bloccata. La 95enne ruzzolò da un'altezza pari a sette gradini provocandosi gravi lesioni alla testa che la portarono alla morte il giorno dopo in conseguenza del forte trauma cranico riportato nella caduta. Le disposizioni della struttura sono, dunque, importanti per stabilire se c'è stata colpa o meno a carico delle due operatrici. Poi, le testimonianze di un'altra operatrice, che lavorava al piano terra per preparare le colazioni. È emerso che il personale in servizio era sottostimato rispetto al numero di ospiti. Ha poi testimoniato un'assistente sociale alla quale è stato chiesto di ricostruire l'attività all'interno della casa di riposo e uno dei carabinieri che era intervenuto in casa di riposo il giorno dopo l'incidente. L'udienza è stata aggiornata al 17 maggio prossimo per l'audizione dell'ultimo teste e per ascoltare le imputate che forniranno la loro versione dei fatti.
 

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