TREVISO - VENEZIA - Prima vittima tra i medici di famiglia in Veneto. Ed è allarme per i casi postitivi: la scorsa settimana nella sola Padova 16 medici di base sono risultati positivi al coronavirus.
La prima vittima è morta stamani alle 8,30 nel reparto di terapia intensiva di Treviso dove era ricoverata da diverse settimane. Si tratta della dottoressa Samar Sinjab, 62 anni, esercitava a Mira e nonostante avesse importanti fattori di rischio ha continuato ad assistere i suoi pazienti con dedizione fino ai primi giorni di marzo. Era tra l'altro madre di un medico che in questi giorni di emergenza fa la guardia in ospedale.
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Ne dà notizia il segretario regionale veneto della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), Domenico Crisarà, che evidenzia come si tratti della vittima numero 100, a livello nazionale, tra i medici in questa lotta al Coronavirus. «È evidente - scrive - che questa morte, le altre situazioni gravi e le contaminazioni dei Medici di medicina generale, è prima di tutto il risultato della scarsa attenzione che numerose aziende sanitarie, tra cui la Alss veneziana primeggia insieme a Vicenza e Verona, hanno dedicato ai medici di famiglia e di continuità assistenziale».
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Per Crisarà «forniture assolutamente inesistenti di dispositivi di protezione, nessuna prevenzione, se non in queste ultime settimane, attraverso l'esecuzione di tamponi con tempi di refertazione che superano spesso i dieci giorni e che non vengono ripetuti con nonostante il contatto continuo con i pazienti, hanno portato a questa giornata di lutto». Quando l'emergenza sarà finita, conclude, la Fimmg «chiederà conto di tutte le condotte omissive di chi sta comodamente seduto a metri di distanza dalle persone dietro una scrivania con una mascherina ad alta protezione facendosi ripetere tamponi di fatto inutili».
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