Pugnalato al petto, rom fugge dall'ospedale ma viene ripreso: un giallo

Martedì 6 Aprile 2021 di Serena De Salvador
la casa del rom accoltellato

MONTEBELLUNA - «Mi hanno assalito mentre ero da solo in un parco a Posmon. Era notte, loro erano due o tre. Non li conosco, non so come erano fatti o cosa volevano. Io non ho nessun nemico». Un'aggressione inspiegabile per mano di sconosciuti. Così Marco Cari, il quarantenne italiano di etnia Rom accoltellato la notte tra sabato e domenica alla periferia di Montebelluna, descrive l'agguato che gli è costato cinque coltellate e la perforazione di un polmone. Una versione tutta verificare, vista la vaghezza delle parole della vittima e la mancanza di riscontri. Tanto più che l'uomo ieri mattina, nonostante il ricovero all'ospedale di Montebelluna, è fuggito per essere poi ripreso dai carabinieri proprio nei pressi di casa sua in via Santa Caterina.
I FATTI Fra le pochissime certezze dell'intricata vicenda, ci sono le ferite e la chiamata ai soccorsi. Chiamata che non è partita da Cari, ma da un suo parente. E per giunta a circa un chilometro dal presunto luogo dell'aggressione. Il quarantenne infatti attorno all'1 di domenica si è presentato nel parcheggio di via Sansovino, dove alcuni amici e parenti vivono all'interno di camper e roulotte. Era in bicicletta: si è accasciato gridando e lamentandosi. I rumori hanno svegliato i familiari che, vedendolo sanguinare vistosamente, hanno chiesto l'arrivo di un'ambulanza. Visitato al Pronto soccorso sono emerse diverse ferite da taglio: alla spalla, a un braccio, alla schiena. Cinque sarebbero i fendenti che lo hanno colpito. Alcuni superficialmente, mentre uno è penetrato fino al polmone danneggiandolo, anche se non in modo grave, e un altro gli ha lesionato la scapola. Dell'episodio sono stati informati i carabinieri, ai quali fin da subito l'uomo ha riferito la versione che ha poi ripetuto anche ieri: «Non so chi erano, non so cosa volevano. Mi hanno colpito mentre ero in bici». Un fatto curioso è anche che Cari a quell'ora di notte si trovasse fuori casa, dal momento che agli inquirenti non ha saputo fornire nessuna valida spiegazione.
LE INDAGINI I militari del Nucleo radiomobile di Montebelluna hanno perlustrato sia il luogo del ritrovamento, in via Sansovino, sia l'area verde indicata dalla vittima come luogo dell'agguato. Spetterà al pubblico ministero stabilire su quale ipotesi di reato indagare, anche se la più probabile resta il tento omicidio. Resta inoltre da dimostrare il fatto che l'episodio si sia svolto davvero nel parco, che si trova a poco più di un chilometro dall'abitazione del quarantenne. Per l'intera giornata di domenica e di ieri gli inquirenti hanno raccolto testimonianze utili a fare chiarezza sull'aggressione, ma al momento non sono state fermate né denunciate altre persone. Sarebbe invece stato sequestrato un coltello, che si sta ora analizzando per capire se possa essere compatibile con quello usato contro Cari. L'uomo, che negli anni ha accumulato numerosi precedenti penali, vive insieme alla moglie e ai figli poco lontano dal parcheggio dove sostano diversi parenti e conoscenti. Al momento non si può escludere nemmeno che l'aggressione sia maturata nell'ambito familiare, tanto che tutte le ipotesi investigative restano aperte. Cari si trova ora ricoverato all'ospedale con una prognosi di trenta giorni. Cosa che tuttavia ieri nella tarda mattinata non gli ha impedito di scappare. I carabinieri lo hanno trovato attorno alle 13 nelle vicinanze di casa dove ha incontrato il figlio e da dove, dopo alcune rimostranze, è stato caricato in auto e riportato in reparto.

 

Ultimo aggiornamento: 10:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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