MONTEBELLUNA (TREVISO) - Ex campione di scacchi arrestato per rapina. Venerdì sera, il 19enne Mohamed El Khalqi, di origine marocchina ma nato in Italia, ha prima rapinato un 51enne e poi ha aggredito un carabiniere in borghese davanti agli occhi della figlioletta. Il diciannovenne che fino a un paio di anni fa era una promessa degli scacchi e del basket, ha avuto il suo declino che l'ha portato a compiere rapine, furti e a diventare il capobanda della baby gang che negli scorsi mesi ha terrorizzato la movida montebellunese. È sempre lo stesso ragazzo che durante il lockdown a Valdobbiadene aveva aggredito e insultato i carabinieri che lo avevano fermato perché non aveva rispettato il Dpcm del 4 marzo.
E venerdì sera, Mohamed El Khalqi, è tornato ancora a far parlare di sé. Prima con la rapina al cinquantunenne che nelle vicinanze del Palamazzalovo è stato prima colpito con un pugno in faccia dal giovane che gli ha sottratto il marsupio con dentro denaro e cellulare. Ma la fuga del diciannovenne è durata una manciata di minuti. La sua corsa è finita proprio davanti alla caserma dei carabinieri dove in quel momento un uomo dell'Ama in borghese assieme alla figlia stava uscendo in macchina dal suo alloggio. Tra i due ci sarebbe stato uno sguardo di troppo e la situazione è subito degenerata.
LE ACCUSE
Ora si trova in carcere in attesa di giudizio. I reati contestati vanno dalla rapina, a resistenza, aggressione e minacce a pubblico ufficiale fino al danneggiamento. «Come volevasi dimostrare, la Compagnia dei carabinieri di Montebelluna, avendo perfettamente sotto controllo il territorio - dichiara il sindaco Marzio Favero - ha provveduto ad individuare e ad arrestare il capogruppo di quella banda di giovani che aveva dato notizia di sé nelle ultime settimane per il disturbo arrecato alla quiete pubblica con liti e atti di vandalismo».
IL PRECEDENTE
Nei mesi scorsi si era parlato ancora di El Khalqi quando un venerdì sera, in pieno centro aveva scagliato una pietra sul volto di un cinquantenne solo perché, secondo il 19enne, tra i due era nato un acceso diverbio per uno sguardo di troppo. Così anche in quell'occasione dalle parole era passato ai fatti. «Esprimo anche il mio dispiacere profondo per il ragazzo arrestato che ha appena 19 anni e, purtroppo, mi è stato riferito, ha dato una dimostrazione di aggressività estrema - prosegue Favero - Non conosco il suo percorso esistenziale, né le cause della sua rabbia, ma spero che abbia occasione di meditare sugli errori compiuti e che le istituzioni gli possano garantire un percorso di recupero che, in questa età, è sempre possibile. Il nostro compito è garantire la sicurezza, senza dimenticare però la dimensione umana che può essere anche segnata da errori. Penso ci possa essere anche la via del buonsenso che è all'insegna dei valori cristiani che appartengono alla nostra storia e prevede anche l'ipotesi della redenzione».